Ambiente

Biometano, Galimberti: "Parte
importante dell'economia circolare"

La zona della città al confine con Gerre - ha detto tra l'altro il sindaco oggi in consiglio comunale -  è destinata a diventare un parco dell'economia circolare, il biometano ne è un elemento ma non sarà l'ultimo. Ha citato gli altri impianti previsti nel progetto Cremona 20/30 che sorgeranno lì o a poca distanza, come quello per l'essiccamento dei fanghi da depurazione, quello per il recupero del calore dal depuratore stesso, e la coltivazione sperimentale di  alghe.

Una difesa a tutto campo del progetto per l’impianto di biometano, combustibile fondamentale per la comunità scientifica nel percorso del progressivo abbandono nelle fonti fossili. Lo ha ribadito oggi in consiglio comunale il sindaco Gianluca Galimberti nella lunga risposta all’interrogazione di Roberto Chiodelli (FDI) sull’impianto che sta facendo discutere da settimane. Chiodelli aveva presentato il testo quando era emersa la notizia di richiesta di esclusione dalla VIA (valutazione di impatto ambientale) da parte del proponente, A2A; la circostanza adesso è superata, ma Galimberti ha preso spunto dalle premesse dell’interrogazione per rettificare quelle che ha definito affermazioni non vere sulla correlazione tra biometano ed emissioni inquinanti, oltre che sui dati dello studio epidemiologico Ats.

Il biometano – ha detto Galimberti – compreso nel programma Cremona 20/30, svolge una funzione determinante nella riduzione dei combustibili fossili, è pensato non solo nella logica dell’economia circolare, ma anche per ridurre i gas climalteranti. Si pone come strumento di contrasto alla crisi climatica “ed è una delle fonti più pulite tra le alternative possibili a quelle fossili”. Il sindaco ha poi citato quanto riporta il Governo tra le varie missioni del Pnrr su cui è impegnato il Paese: “Il biometano si colloca nella missione 2, che ha come sottotitolo ‘rivoluzione verde e transizione ecologica’. E’ considerata una fonte di energia rinnovabile, dunque è obiettivo strategico per il governo nell’ottica della decarbonizzazione dell’energia circolare”.

L’insilato (ossia le coltivazioni cerealicole) saranno solo una quota parte della “dieta” dell’impianto; la stragrande maggioranza di materiali conferiti saranno reflui di zootecnia, sottoprodotti alimentari e Forsu. “Il problema”, ha aggiunto ” è che questi reflui sparsi sul terreno, soprattutto in momenti stagionali non adeguati, emettono sostanze in atmosfera, sono fonte di composti azotati e di ammoniaca, sostanza da cui poi deriva poi il particolato secondario”.

Il processo anaerobico dunque risolve il problema dello smaltimento dei reflui, dei sottoprodotti alimentari e risulta particolarmente fruttuoso dal punto di vista della riduzione della Co2, producendo inoltre digestato che può essere usato come fertilizzante. Elemento non secondario, contribuisce a raggiungere l’autonomia energetica, “una responsabilità che tutti dobbiamo assumerci”.

Galimberti si è invece mostrato d’accordo con i dubbi di Fratelli d’Italia per quanto riguarda problema odori e trasporti. Su questi aspetti, oltre che sulla tutela del parco del Po e del Morbasco, si sono concentrate le osservazione presentate al progetto. Altra criticità su cui ragionare, ha aggiunto, è il grande numero di impianti a biogas che necessiteranno di essere riconvertiti a biometano, sparsi in provincia, rimarcando la necessità di impianti consortili per rendere economicamente sostenibili queste conversioni.

Riguardo poi i dati sulle correlazioni inquinamento – mortalità, il sindaco ha ribadito quanto già detto in altre occasioni: negli ultimi 10 anni lo studio epidemiologico Ats ha rilevato una netta diminuzione  sia delle polveri sottili sia delle mortalità per le quattro principali cause influenzate dallo smog, ossia tumori al polmone, malattie cardiovascolari e malattie respiratorie, “e l’Ats non ha mai espresso una valutazione pregiudizievole alla realizzazione di impianti a digestione anaerobica”. Addirittura per le malattie respiratorie c’è stata – afferma il sindaco citando Ats – una diminuzione di incidenza sulla mortalità dal 7,6% del 2010 allo 0,6% del 2021, un fenomeno che accomuna sia il capoluogo che il distretto. Ha poi ribadito la necessità che imprese, soprattutto quella zootecnia, e enti pubblici lavorino insieme.

Quella zona della città al confine con Gerre -ha concluso il sindaco –  è destinata a diventare un parco dell’economia circolare, il biometano ne è un elemento ma non sarà l’ultimo. Ha citato gli altri impianti previsti nel progetto Cremona 20/30 che sorgeranno lì o a poca distanza, come quello per l’essiccamento dei fanghi da depurazione e l’impianto di recupero del calore dal depuratore stesso, come pure quello sperimentale di  alghe.

Insoddisfatto delle risposte Roberto Chiodelli: “Noi non siamo contro il biometano, le nostre perplessità sono rivolte alla collocazione dell’impianto”, ha detto, lanciando l’idea di un referendum popolare. gbiagi

 

 

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