Ambiente

Revamping linea fumi: A2A torna
a investire sul termovalorizzatore

Formalmente è un adeguamento alla normativa europea che prescrive di modificare gli impianti in base alle migliori tecnologie disponibili. Ma per l'ex assessore all'Ambiente Francesco Bordi indica la volontà di portare avanti l'impianto anche oltre il 2029.

A2A ha presentato richiesta di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per “l’impianto di incenerimento” (così lo definisce l’istruttoria regionale) di via Antichi Budri. Scopo: adeguare l’impianto cremonese alle migliori tecniche disponibili (BAT) come richiesto dalla normativa europea e contestuale comunicazione di modifica non sostanziale.
L’istanza è stata depositata a dicembre scorso e viene gestita a livello regionale, trattandosi di impianti di incenerimento rifiuti con recupero energetico. Lo scorso 16 marzo, si è svolta la conferenza dei servizi alla quale sono stati invitati tutti i soggetti istituzionali cremonesi, a cominciare da Provincia e Comune di Cremona, Ats Val Padana, Arpa, Aipo, Ato.
Di che cosa si tratta è spiegato nella sintesi non tecnica prodotta da Linea Ambiente (dal 1 gennaio diventata A2A): in primo luogo c’è il revamping della linea di trattamento fumi della Linea 2 che, “sebbene garantisca – scrive A2A – il pieno rispetto dei limiti di legge”, presenta “una serie di criticità gestionali che limitano la possibilità di esercire la linea al carico nominale, con particolare riferimento all’assetto a caldaia sporca; limitano il numero di mesi consecutivi di esercizio che intercorrono tra una fermata manutentiva programmata e la successiva”.

L’intervento per cui viene chiesta l’autorizzazione è finalizzato ad “ottimizzare l’efficienza di abbattimento delle concentrazioni di mercurio, diossine e metalli pesanti, tramite l’ottimizzazione della temperatura di iniezione dei carboni attivi; di abbattimento delle polveri, tramite l’introduzione di una doppia filtrazione, con l’aggiunta di un secondo filtro a maniche”.

Seguono le specifiche tecniche del progetto, oltre alla descrizione degli altri interventi per cui viene chiesta l’autorizzazione regionale: sostituzione della caldaia esterna (ausiliaria); eliminazione dei silos ceneri, già dismessi e di altri impianti non più utilizzati; allungamento da 24 ore a 5 giorni della durata massima di stoccaggio dei rifiuti sanitari pericolosi, che seguono una trafila separata rispetto agli altri conferiti.

“Se A2A investe una cifra sicuramente non irrisoria in un revamping di questo tipo è perchè non ha nessuna intenzione di dismetterlo nel 2029”, spiega Francesco Bordi, ex assessore all’Ambiente nella Giunta Perri che sul finire del mandato ruppe con la maggioranza di centrodestra proprio per la bocciatura di un Piano Rifiuti che – assicura ancora oggi, “avrebbe consentito lo spegnimento dell’inceneritore nel giro di tre anni, cosa allora possibile perchè l’interlocutore era Lgh” e non A2A come adesso.

La richiesta di riesame si inquadra nella normativa regionale – di derivazione UE – che “stabilisce le misure e le procedure finalizzate a prevenire e ridurre per quanto possibile gli effetti negativi dell’incenerimento e coincenerimento dei rifiuti sull’ambiente, in particolare l’inquinamento atmosferico, del suolo, delle acque superficiali e sotterranee, nonché i rischi e la salute dell’uomo”. Su questa base, la scorsa estate la direzione ambiente della Regione aveva disposto l’avvio dei procedimenti per gli impianti di competenza e oltre al termovalorizzatore di Cremona altri 9 hanno avviato la richiesta di riesame dell’AIA.

Un interesse dunque ad ammodernare la “macchina”, che può essere letto come un investimento a medio lungo termine sull’impianto cremonese che da quasi 10 anni è al centro degli scontri verbali tra centrodestra e centrosinistra. Che venga oppure no allungata la sua vita oltre al 2029 – data di scadenza dell’ultima AIA – su quell’area ai margini orientali del comune di Cremona sono puntati i riflettori, ora che si dibatte anche del nuovo progetto di A2A sul biometano. Impianto quest’ultimo che per funzionare si avvale proprio del calore prodotto dal termocombustore. gbiagi

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