Cronaca

Defibrillatori obbligo per tutti:
ma Cremona è già promossa

Col nuovo decreto firmato dal Ministro della Salute Orazio Schillaci e dal collega con delega allo Sport Andrea Abodi, il defibrillatore automatico o semiautomatico, introdotto nel 2013 col Decreto Balduzzi, diventa obbligatorio anche per quanto concerne le società amatoriali o nei luoghi dove si fa semplicemente allenamento.

Di fatto, chi fa sport – a qualsiasi livello – non può più prescindere da questo strumento. Una novità attesa che, dieci anni dopo il Balduzzi, diventa legge. Cremona però era già promossa, dato che ha avuto un’impennata di defibrillatori, da una decina prima del 2013 agli oltre 800 attivi oggi in tutta la provincia, oltre che di personale formato “laico”, dunque non sanitario, con 12mila unità. Il numero di 800 è però presumibilmente più alto, tenendo conto che spesso in un unico progetto presentato ad Areu vengono poi installati anche 3-4 strumenti salvavita, in genere in spazi abbastanza estesi. Inoltre con la nuova precisazione del decreto ogni strumento è a disposizione non della singola società sportiva ma dell’impianto dove è installato, dunque di più società.

La mappa dei defibrillatori in Lombardia

Passi avanti che si devono alla facilità anche di registrazione del defibrillatore. Sul sito di Areu non c’è solo la possibilità di avere una mappa dei defibrillatori in tutta la Regione, ma anche di registrarsi mediante il tasto “Padless”, attivo già da anni. Dunque la possibilità di registrazione a Cremona era qualcosa che già esisteva prima dell’obbligo stesso.

Un dato confortante è anche quello delle aziende: il 30%, pur non avendo l’obbligo, ha fatto installare uno o più defibrillatori nei propri perimetri e nei propri spazi. Ma il dato più significativo è la riduzione del 50% circa della mortalità da quanto il defibrillatore è divenuto obbligatorio: una vita su due è stata infatti salvata – su una media nazionale – grazie a questi strumenti. Nel servizio di Cremona 1 a parlare è il responsabile Areu di Cremona Ugo Rizzi.

Giovanni Gardani

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