Cronaca

In Duomo la solenne Veglia di
Pasqua con tre nuovi battezzati

Dalle tenebre alla luce. È ciò che sperimenta ogni fedele durante la veglia nella notte di Pasqua. Dopo il tradizionale rito del fuoco, con l’accensione del Cero pasquale dal braciere acceso nel cortile del Palazzo vescovile, l’arrivo tra le mura buie della Cattedrale incute timore e soggezione. Ma la luce di Cristo porta speranza e fiducia. Infonde coraggio. E vince le tenebre. In questo gesto semplice, e allo stesso tempo carico di significato, diventa visibile il mistero della Pasqua, cuore e culmine dell’esperienza di fede cristiana. La solenne veglia di Pasqua celebrata a Cremona, dunque, è stata a tutti gli effetti una rinnovata occasione di incontro con il Risorto per l’intera comunità e in modo speciale per i tre catecumeni che proprio nella notte di Pasqua hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana dalle mani del vescovo Napolioni, che ha presieduto la celebrazione.

La ricchezza e la profondità dei segni del rito proseguono il cammino della comunità che in questa Settimana Santa – invitata dal vescovo Napolioni nelle sue riflessioni e dal vescovo Trevisi durante la processione della Sacra Spina del venerdì santo – ha «cercato di non staccare gli occhi da Gesù, di entrare dentro i suoi sguardi, umanissimi, nei vari momenti della passione culminati nel mistero della croce».

«Proprio quando Gesù chiude gli occhi nella morte – ha proseguito il Vescovo nell’omelia della notte di Pasqua – il mondo li può aprire. E Che cos’è che stasera possiamo vedere con gli occhi della fede? Addirittura possiamo entrare nello sguardo di Dio stesso che fin dall’origine della creazione vide le cose buone che aveva creato. Uno sguardo di Dio è pieno di amore, bellezza, fiducia e benevolenza verso l’universo che ha creato e i futuri figli, quelle creature particolari creati come interlocutori, come amici. Mettendo in conto fin dall’inizio l’avventura della libertà» che in sé contiene «la capacità di distruggerci, ma non di smentire l’amore di Dio».

Nel corso della celebrazione, i tre catecumeni Jitka, Abass, e Frank hanno ricevuto Battesimo e Cresima, partecipando per la prima volta all’Eucaristia, accompagnati dalle famiglie, dai padrini, dalle comunità che ne hanno accompagnato il percorso e da don Luigi Donati Fogliazza, incaricato diocesano per il Catecumenato.

Abass Ibnou, della parrocchia di San Francesco d’Assisi, a Cremona, è originario del Senegal; Frank Konan, della parrocchia di San Pietro al Po a Cremona e proviene dalla Costa d’Avorio; Jitka Lubasova, originaria della Repubblica Ceca, ha trovato nella parrocchia di Cassano d’Adda persone che le hanno permesso di innamorarsi del Vangelo. Tre storie differenti, tutte accomunate dall’esperienza di incontro con persone in cui hanno riconosciuto la bellezza della scelta cristiana.

«Stasera – si è rivolto direttamente a loro il vescovo nell’ultima parte della sua omelia – Abbas, Jitka e Frank vivono la loro Galilea, l’abbraccio totale con la Pasqua di Gesù, nella quale vengono immersi per rinascere alla vita dei figli di Dio. Si chiama “vocazione”: è la vita cristiana chiamata a questa relazione faccia a faccia con Cristo che apre un cammino».

Così, con le parole di questo augurio la liturgia è proseguita con il Battesimo e la Cresima dei tre catecumeni che hanno poi ricevuto per la prima volta la Comunione partecipando con tutta la comunità all’Eucaristia.

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