Ambiente

Ladri d'acqua e sversamenti
in roggia scoperti dai Forestali

La crisi idrica rende sempre più preziosa l’acqua a disposizione per gli usi civili, industriali e nell’agricoltura, ed è proprio sul settore primario che i carabinieri della Forestale di Cremona hanno concentrato la loro attenzione nel mese di marzo, uno dei meno piovosi di sempre.

Tre gli illeciti che sono stati scoperti: nella periferia di Cremona un intervento congiunto con i tecnici dell’Arpa a seguito di segnalazione, ha portato alla scoperta di scarichi inquinati in una roggia. La la composizione degli sversamenti on è ancora nota, sono in corso gli accertamenti chimico analitici.

A Stagno Lombardo, in due diverse aziende agrarie sono stati rilevati due scarichi non autorizzati che immettevano nei canali perimetrali il colaticcio derivato da materiale vegetale insilato stoccato in trincee. Per questo tipo di reato la sanzione è dai 6.000 ai 60.000 Euro.

Mentre a Gabbioneta Binanuova è stata accertata l’illecita captazione di acqua per fini irrigui da una lanca del fiume Oglio: la sanzione in questo caso va dai 4.000 a 40.000 Euro.

Captazioni di acque pubbliche per fini irrigui, messa in opera ed utilizzo di pozzi e gestione delle acque consorziate – rileva il comandante della Forestale, colonnello Alberto Ricci, sono ambiti che devono sottostare a precise norme che non possono essere disattese soprattutto in questo periodo.

“Quantità e qualità delle acque superficiali – afferma – sono tra loro strettamente interconnesse e necessitanti di attenta vigilanza. Provvidenziale, ai fini della tutela ambientale, risulta essere l’intervento dei militari coordinati dal Gruppo Carabinieri Forestale di Mantova in quanto, prima ancora della contestazione degli eventuali illeciti, è premura dei Carabinieri Forestali far cessare ogni attività o azione antropica dannosa per l’ecosistema: scarichi abusivi, percolamento di liquami in canali da non corretti spandimenti, strutture aziendali di contenimento non conformi, captazioni abusive”.

In particolare, l’illecita captazione d’acqua, oltre ad inficiare le già scarse risorse della stessa, se effettuata in luoghi ad alta valenza naturalistica come lanche, bodri, risorgive, rischia di compromettere la loro già delicata e rarefatta biodiversità, con particolare riguardo agli endemismi di flora e fauna tipici di questi preziosi ecosistemi . Il recente decreto legge del Consiglio dei Ministri contro la siccità ha innalzato nel minimo da 4.000 a 8.000 e nel massimo da 40.000 a 50.000 euro gli importi delle sanzioni per le captazioni d’acqua pubblica senza autorizzazioni o concessione.
Le attività di controllo e sopralluogo, quando trattasi di inquinanti, sono supportate da tecnici ARPA con le derivate prescrizioni.
L’impatto ambientale degli effluenti aziendali (siano essi liquami o colaticci da insilato), se non correttamente gestiti, è rilevante. Relativamente ai liquami, il loro utilizzo a fini agronomici, è strettamente disciplinato anche da normative Regionali, per i quantitativi utilizzabili, i periodi di divieto e le modalità di spandimento.
Il presidio territoriale, ambientale ed idraulico dei Carabinieri per la Tutela Forestale è svolto anche in regime di convenzione con la Regione Lombardia.

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