Ambiente

Biometano, anche Bonemerse
chiede garanzie

Martedi 11 aprile l'incontro tra i sindaci di Cremona, Gerre de Caprioli, Stagno Lombardo e il confinante Bonemerse

Luca Ferrarini, primo cittadino di Bonemerse

Si incontreranno appena dopo Pasqua, l’11 aprile, i sindaci dei comuni interessati dall’impianto di biogas del Bosco. Sicuramente quelli di Gerre de’ Caprioli, Stagno Lombardo, Cremona, ma anche Luca Ferrarini, primo cittadino di Bonemerse, che riepiloga in una nota la posizione del suo Comune.

“Nel mese di febbraio, l’Amministrazione Comunale di Bonemerse ha scritto formalmente all’Amministrazione Comunale e alla Provincia di Cremona per essere coinvolta e informata riguardo all’iter della costruzione dell’impianto per la produzione di biometano; ovviamente abbiamo espresso perplessità per le possibili conseguenze che potrebbe subire il territorio di Bonemerse, molto vicino all’area interessata dal progetto; contemporaneamente è stata acquisita la documentazione disponibile e abbiamo chiesto un primo incontro ad A2A, ovvero alla società che, attraverso controllate, ha proposto la realizzazione dei digestori che produrranno il biogas.

Questi passaggi hanno già portato ad una riunione con i responsabili di A2A, avvenuta ad inizio marzo, e a fissarne un’altra, per l’11 aprile, tra le diverse amministrazioni comunali interessate.
Il sopravvenuto impegno di assoggettare il progetto dell’impianto alla Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) dovrebbe portare a maggiori garanzie in merito all’ impatto sul territorio, inoltre, leggendo le prescrizioni imposte dal Comune di Cremona, si può notare, ad esempio, l’attenzione per azzerare gli odori che potrebbero provenire dalle fasi della produzione del biometano, anche se le prescrizioni denotano, al tempo stesso, che la tipologia di struttura avrà evidenti ripercussioni sulle aree vicine se non realizzata, utilizzata e manutenzionata correttamente”.

“Non si vuole mettere in dubbio che il bilancio generale di Cremona 20/30, quindi del progetto di economia circolare e di implementazione delle fonti rinnovabili di cui è parte anche il prospettato sito per la produzione di biometano, sia positivo per l’ambiente, ma il tema, ora, è la ricaduta delle strutture già presenti e future sulle zone prossime a dove sono e saranno ubicate.

L’area attorno a via San Rocco è già ampiamente stressata dalla presenza dell’inceneritore, della centrale a biomasse, della piattaforma per il conferimento dei rifiuti, del depuratore…, inoltre è interessata anche dal passaggio dell’autostrada, quindi non pare opportuno andare a caricare la stessa zona di un ulteriore impianto che sicuramente avrà un impatto in termini di inquinamento atmosferico, basti solo pensare all’aumento di passaggio dei mezzi pesanti che porteranno il materiale per alimentare i digestori produttori di biometano o il motore a gas che rimarrà in funzione per fornire l’energia elettrica per il mantenimento dell’impianto stessoo.

E’ chiaro che vorremo delle garanzie riguardo a questi particolari importanti.

Un altro tema è lo stato delle strade che servono l’area degli impianti di A2A, da via San Rocco alla “tangenzialina”: la situazione precaria dei loro asfalti è evidente e non possiamo dimenticare che si tratta delle condizioni dei collegamenti più importanti per i cittadini dei comuni, come Bonemerse, ad est di Cremona e lungo la bassa Casalmaggiore: ne consegue che vorremmo rassicurazioni riguardo ad investimenti che migliorino anche lo stato di queste strade.

“Devo aggiungere una nota importante: dai dati emersi dalla prima parte dell’Indagine Epidemiologica condotta dall’ATS della Valpadana, in merito all’inquinamento atmosferico, si apprende che la concentrazione nell’aria di polveri sottili (PM 2,5) è mediamente sempre superiore a 25 microgrammi/m3, limite indicato dalle norme nazionali ed europee, sia a Bonemerse che a Cremona e si può immaginare che il medesimo dato valga anche per Bagnara, il quartiere cremonese contiguo al Comune di Bonemerse e vicinissimo alle aree di A2A.
É quindi evidente che si debba tutelare la salute di coloro che abitano un territorio già ampiamente stressato evitando di aggiungere, nelle immediate vicinanze, altre possibili fonti di inquinamento oppure predisponendo compensazioni che garantiscano l’azzeramento dell’impatto, sull’ambiente, di ulteriori impianti e migliorino la situazione attuale”. gbiagi

 

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