Cronaca

Ritardi nel Pnrr, il superconsulente
"Enti impreparati e tecnici assenti"

Nuovo codice degli appalti e ritardi nell’attuazione degli interventi del Pnrr. I lavori pubblici sono ancora il tema del giorno, da una parte per l’imminente entrata in vigore della  nuova legislazione su cui il ministro Salvini ha messo la firma per velocizzare i cantieri; dall’altra con le conclamate difficoltà dei comuni a progettare e appaltare le opere finanziate dall’Unione Europa.

L’avvocato Lamberto Ghilardi, per trent’anni responsabile degli appalti del Comune di Cremona come dirigente, è stato richiamato dall’ente subito dopo la pensione proprio per seguire i lavori che in città stanno per essere realizzati grazie ai fondi europei. Tra i primi a partire ci saranno l’intervento antisismico alla scuola media Virgilio, e quello all’Anna Frank; è partita la ricerca degli operatori economici per il risanamento di Palazzo Duemiglia (3,4 milioni di euro); e poi ancora lo scalone monumentale al cimitero e la messa in sicurezza di scuola e centro civico al Boschetto. Appalti che dovrebbero arrivare alla stipula entro la fine di luglio.

 “Il problema del Pnrr – afferma Ghilardi – sta nell’impreparazione della pubblica amministrazione nel dover affrontare una massa enorme di iniziative. Se nella mia organizzazione non ho i tecnici che possono sviluppare all’interno un progetto, oppure se sono già impegnati a farne altri, devo rivolgermi all’esterno. Questo significa fare gare per recuperare professionisti, ma spesso questi sono già impegnati, perchè in questi anni c’è stata un’escalation di opportunità di lavoro, pensiamo solo al superbonus, che ha creato poi la bolla sia a livello imprenditoriale che di professionisti. Le professionalità già mature faticano a lavorare per un Comune, visto che hanno ben altre possibilità; per formare i giovani non c’è tempo; il personale interno è già oberato …insomma c’è stata la tempesta perfetta, creata dalla massa di opere pubbliche a cui si sono aggiunte quelle private: da qui il calo materiali, l’inflazione e i cantieri che si bloccano perchè i prezzi sono esplosi”.

Da qui nascono anche i ritardi di cui ci accusa l’Europa: “I controlli sul Pnrr poi sono molto formali e c’è il rischio che venga eccepito qualcosa in fase di rendicontazione. Molti enti quindi davanti al rischio di impelagarsi in opere senza avere la certezza di portarle a termine nei tempi previsti e beneficare dei contributi, non si azzardano ad attivare l’appalto”.

C’è qualche politico che ha lanciato una proposta: anzichè fare gare pubbliche procedere con affidamenti diretti alle aziende del territorio. E’ tecnicamente possibile? “Con l’affidamento diretto questo è possibile, ma vige sempre il concetto della rotazione (per cui nella pubblica amministrazione non si possono affidare le opere sempre ad uno stesso soggetto, anche se questo ha mostrato di lavorar bene, ndr) e soprattutto, questo principio non è utilizzabile per procedure negoziate nel momento in cui la normativa ti impone che la scelta avvenga attraverso l’Albo oppure attraverso avviso. L’avviso non può selezionare l’operatore sulla base della contiguità territoriale, che a volte poi non è necessariamente sinonimo di efficienza. Il concetto della territorialità mi ha sempre lasciato un po’ perplesso, può andar bene al massimo per appalti modesti”.

IL NUOVO CODICE DEGLI APPALTI- “Va fatta subito una premessa – dice Ghilardi -. Questo è il quarto codice che viene  fatto nel giro di trent’anni, questo ci dice che c’è la continua necessità di superare gli ingorghi della normativa. Il nuovo codice si basa su tre concetti: risultato (ossia ottenere l’obiettivo prefissato in maniera corretta con la massima tempestività e il miglior rapporto possibile tra qualità e prezzo); fiducia e semplificazione. Ma per ottenerli c’è bisogno di dotare la pubblica amministrazione di strumenti. Parliamo di un codice di 229 articoli e 36 allegati, tanto per cominciare, che è al tempo stesso un codice e un regolamento attuativo, strumento che di per sé è suscettibile di modifiche alla luce di nuove disposizioni”.

E poi il discorso della fiducia, quella tra il funzionario e l’impresa: “in Italia abbiamo l’Anac, autorità Anti corruzione, il nome stesso sta ad indicare che la corruzione è un problema, ma anche un preconcetto. C’è poi da applicare il principio di rotazione, e voglio fare un esempio per spiegarlo: ho un dentista, mi conosce da trent’anni e non ho assolutamente voglia di cambiarlo con un altro visto che fa bene il suo mestiere e conosce la mia situazione. Perchè se un’amministrazione ha un buon esecutore se ne dovrebbe privare? Lo ruoterà se questo soggetto non fa bene il suo mestiere. E’ chiaro che se il funzionario e l’imprenditore sono collusi, il discorso cambia, ma ciò non ha nulla a che vedere col concetto di avvalersi di soggetti affidabili. la pubblica amministrazione deve favorire non genericamente tutti gli operatori, ma quelli che lavorano bene. Spesso i cantieri si fermano perchè le imprese non lavorano bene”.

“Nel nuovo codice degli appalti – in conclusione – ci sono regole che sì rendono più celeri le gare, ma poi il problema è avere imprese che siano funzionali al disegno”. Insomma, se una gara effettuata anche in tempi rapidi si traduce in una gara deserta, o non si avvia nemmeno il cantiere, come si sta vedendo anche a Cremona, non c’è codice degli appalti che tenga. gb

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