Economia

Mestieri scomparsi: Cremona
perde più di duemila artigiani

Fiaccati dal boom degli affitti, dalle tasse, dall’insufficiente ricambio generazionale, dalla  contrazione del volume d’affari provocato dalla storica concorrenza della grande distribuzione e, da qualche anno, anche dal commercio elettronico, gli artigiani stanno diminuendo in maniera spaventosa. Negli ultimi 10 anni, infatti, il numero dei titolari, dei soci e dei collaboratori artigiani iscritti all’Inps è crollato di quasi 300 mila unità, per la precisone 281.925. E’ un’emorragia continua che sta colpendo, in particolar modo, l’artigianato tradizionale, quello che con la sua presenza, storia e cultura ha contrassegnato, sino a qualche decennio fa, tantissime vie delle nostre città e dei paesi di provincia. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA, Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato.

Guardando alla classifica nazionale redatta in base alla variazione in percentuale tra il 2012 ed il 2021, tra le prime 20 province ce ne sono ben 5 lombarde: Cremona, Mantova, Pavia, Como e Lodi. Nella nostra provincia, di artigiani ne sono scomparsi 2.499. Nel 2012, infatti, ce n’erano 12.859, mentre nel 2021 10.360, per una percentuale di meno 19,4%. Nel mantovano la variazione percentuale è del meno 20,7%, con la perdita di 3.661 figure professionali. Nella bergamasca sono stati registrati 7.622 artigiani in meno, nel bresciano 7.858, in provincia di Lecco 2.018, nel lodigiano 1.501, in provincia di Pavia 3.591 e in provincia di Como 4.742. Complessivamente, in regione Lombardia si sono persi 52.975 artigiani, con un meno 15,3%. 

Il crollo ha riguardato tutte le province italiane, tranne Napoli, l’unica con un più 0,2%.

Sono molti i mestieri artigiani in via di estinzione e le cause che hanno provocato questa situazione sono molteplici: innanzitutto sono cambiati i comportamenti d’acquisto dei consumatori, dopodiché le nuove tecnologie hanno spinto fuori mercato tante attività manuali e la cultura dell’usa e getta ha avuto il sopravvento su tutte le altre, penalizzando, in particolar modo, coloro che del riuso e della riparazione di oggetti e attrezzature ne avevano fatto una professione.

I mestieri artigiani tradizionali in declino sono gli autoriparatori, i calzolai, i corniciai, i fabbri, i falegnami, i fotografi, gli impagliatori, i lattonieri, i lavasecco, i materassai, gli orafi, gli orologiai, i pellettieri, solo per citarne alcuni. Per contro, invece, i settori artigiani che stanno vivendo una fase di espansione importante sono quelli delle aree appartenenti al benessere e all’informatica. Nel primo, ad esempio, si continua a registrare un forte aumento degli acconciatori, degli estetisti, dei massaggiatori e dei tatuatori.

Nel secondo, invece, sono in decisa espansione i sistemisti, gli addetti al web marketing, i video maker e gli esperti in social media. Purtroppo, l’aumento di queste attività è insufficiente a compensare il numero delle chiusure presenti nell’artigianato storico, con il risultato che la platea degli artigiani è in costante diminuzione.

Sara Pizzorni

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