Cronaca

Streptococco e scarlattina,
200 casi sul territorio

Sono stati circa 200 i casi di streptococco individuati nel territorio dell’Ats Val Padana dall’inizio del 2023: numeri in crescita rispetto agli anni precedenti, ma comunque sotto controllo. A delineare la situazione è il dottor Luigi Vezzosi, dirigente medico dell’Uos Prevenzione Malattie Infettive dell’Ats ValPadana. “Abbiamo riscontrato aumento casi di scarlattina, una delle manifestazioni dello streptococco beta di gruppo A. La possibie spiegazione è duplice. Da un lato sono venuti meno gli effetti contenitivi del Covid, quindi il distanziamento sociale e l’utilizzo della mascherina, dall’altra parte già questo inverno l’Ente Europeo per il Controllo delle Malattie Infettive aveva lanciato un’allerta per l’aumento della patologia in alcuni Paesi, in particolare Regno Unito, Irlanda, Francia, Svezia. Si parla di casi di scarlattina e di casi di malattia invasiva da streptococco, che è una delle possibili complicanze”.

Una situazione che ha preoccupato le autorità sanitarie, tanto che il Ministero ha emanato una circolare a dicembre, declinata da Regione Lombardia con l’intensificazione della sorveglianza da parte delle Ats, e la somministrazione a pronto soccorso e pediatri di famiglia di test rapidi volti a identificare precocemente i casi di scarlatina: questo consente di monitorare strettamente il fenomeno.

A mettere in allarme non è tanto la scarlattina, quanto le complicanze gravi dello streptococco, che fortunatamente sono rare. “La scarlattina solitamente è una patologia lieve che con una terapia antibiotica può risolversi” evidenzia Vezzosi. “Se accompagnata allo streptococco, può portare a febbre, tonsilliti, faringiti, vomito. In rari casi possono essevi delle complicanze, soprattutto9 laddove non viene fatta una corretta terapia antibiotica: dalla febbre alla malattia reumatica, alle glomerulonefriti. In casi ancora più rari si può arrivare all’infezione invasiva da streptococco, in cui il batterio invade il torrente circolatorio, o può dare segni neurologici come meningiti”. Sono questi i casi più problematici, perché possono portare ad esiti infausti.

Fortunatamente nel nostro territorio non vi sono state notifiche di malattia invasiva da streptococco in età pediatrica, mentre si sono riscontrati due casi in  persone adulte, che sono state ricoverate in ospedale e sono riuscite a guarire. Insomma, una situazione decisamente sotto controllo. Questo, tuttavia, non significa che debba essere sottovalutata: per questo il consiglio che Ats dà ai genitori è di prestare attenzione. “Si tratta di una patologia che si trasmette per via respiatoria e con contatti personali ravvicinati e colpisce maggiormente i bambini. Per questo consiglio, in caso di dubbio, di rivolgersi al pediatra di libera scelta, che può effettuare i test per identificare il batterio e impostare la terapia antibiotica. Quest’ultima, da una parte risolve precocemente la situazione clinica, dall’altra riduce la contagiosità a 24-48 ore” continua Vezzosi.

Laura Bosio

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