Politica

Multipiano, la replica: "La politica non
deve invadere il campo dei dirigenti"

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“Sui lavori del multipiano leggiamo ancora dichiarazioni fuori luogo. Sbagliate sul piano tecnico-giuridico e inaccettabili sul piano politico, perché intrise di populismo e superficialità”. Lo affermano i capigruppo di maggioranza, Roberto Poli, Enrico Manfredini, Lapo Paquetti, in risposta alle accuse di Fratelli d’Italia e Forza Italia – Viva Cremona, di cattiva gestione degli appalti da parte del Comune.

“Partiamo dall’oggettività dei fatti.  Proprio oggi, come era previsto e come era stato preannunciato dall’Amministrazione nei giorni scorsi, sono arrivate le travi necessarie per far ripartire i lavori e il cantiere è attualmente operativo.

I ritardi, come spiegato in più occasioni in Consiglio Comunale dall’Assessore di competenza Simona Pasquali, derivano da un insieme di fattori ostativi che danneggiano il settore dei lavori pubblici, ma in realtà anche di quelli privati come sanno tutti i cittadini. Evidentemente tutti tranne i consiglieri comunali di minoranza di Cremona, accecati dalla luce di una facile polemica sui ritardi dei cantieri.

Ritardi dei cantieri che sono stati causati nella prima fase dalla pandemia COVID -19. In seguito dalle successive difficoltà a reperire i materiali, poi dal sovraccarico di lavoro per le imprese per il Superbonus 110%,  infine dalla crisi energetica e più in generale dall’incremento dei costi.

L’obiettivo, ora che i lavori sono ripresi, è quello di recuperare i ritardi e di procedere speditamente secondo il nuovo cronoprogramma che prevede di terminare l’opera entro l’autunno. Opera che vedrà la realizzazione di un grande parcheggio di mille posti gratuiti a servizio della stazione e del centro cittadino. Inoltre l’area sarà anche sistemata dal punto di vista viabilistico , con il completamento della ciclabile che arriverà sino alla stazione, con i percorsi pedonali con la sistemazione della piattaforma degli autobus urbani nel piazzale dedicato.

Sul piano tecnico-giuridico risulta infine stupefacente che si solleciti la politica ad invadere le competenze proprie dei dirigenti, ipotizzando addirittura indirizzi politici  sulle modalità di procedere alle gare. Come se non esistessero norme, che possono essere più o meno apprezzate, che regolano rigidamente la disciplina in materia di Codice degli appalti”.

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