Cronaca

Consiglio comunale in carcere: politica
vicina ai problemi di Ca' del Ferro

Fotoservizio e video Francesco Sessa

Si è svolto nel pomeriggio di giovedì il consiglio comunale in carcere, il primo in assoluto nella storia politica di Cremona e anche della Lombardia, e il secondo in Italia. l’unico precedente riguarda infatti il Consiglio comunale di Roma, dove la seduta si tenne nel carcere di Rebibbia per discutere del sovraffollamento della struttura.

La seduta è stata interamente dedicata al confronto e al dibattito per discutere e cercare soluzioni ai diversi problemi che riguardano il locale istituto di detenzione. Un momento importante, dunque, nel corso del quale hanno potuto prendere la parola diversi soggetti che coinvolti, direttamente o indirettamente, nella gestione della struttura: volontari, associazione dei Radicali, ordine degli avvocati, del commissario straordinario della Camera di Commercio, Gian Domenico Auricchio.

Intervenuti anche esponenti dei sindacati della Polizia Penitenziaria, che ha evidenziato per l’ennesima volta la carenza di organico. Ma a parlare sono stati anche gli stessi detenuti, che stanno cercando di attivare dei progetti utili per l’inserimento lavorativo, che è una delle grandi criticità, in quanto sono veramente pochissimi i detenuti che hanno un’occupazione. Si vorrebbero quindi attivare laboratori di pastricceria, di falegnameria, un orto per l’autoproduzione di verdure, delle attività sportive e via di seguito. Tutte cose che non riescono a partire per mancanza di fondi e di risorse. Così come mancano insegnanti, ma anche medici e infermieri.

LA PRIMA PARTE – I lavori si sono aperti con l’intervento del Presidente del Consiglio comunale Paolo Carletti, che, tra l’altro, ha detto che la seduta consiliare organizzata a Cremona è qualcosa di senz’altro di più completo rispetto al precedente di Roma, perché tesa a trovare soluzioni che coniughino il benessere dei lavoratori del carcere e degli ospiti della Casa circondariale: è una scommessa a favore della nostra comunità, un esercizio di democrazia che insegna il valore del Consiglio comunale. La Casa circondariale è infatti un quartiere della città e non certo un microcosmo avulso dalla comunità, proprio per questo sono state invitate tutte le figure che ricoprono ruoli e svolgono attività inerenti la struttura carceraria. Il Comune può e deve fare tanto per rimarcare la necessaria partecipazione della Casa circondariale alle dinamiche evolutive della comunità cremonese. Una bella giornata per il Comune, una bella giornata per la Casa circondariale, una bella giornata per la democrazia, ha concluso il presidente Carletti.

A seguire ha portato il suo saluto Rossella Padula, Direttrice della Casa circondariale, che ha ringraziato per l’attenzione e l’opportunità di questa importante realtà cittadina di mostrarsi alla comunità cremonese, in quanto l’istituto penitenziario è certamente un luogo di problemi, così come avviene laddove si ha a che fare con persone, ma anche un luogo dove ci sono persone che spendono le loro risorse personali al meglio. E’ quindi intervenuto il sindaco Gianluca Galimberti, che ha tra l’altro ringraziato anche chi lavora nella Casa circondariale, prova vivente di una comunità che si fa carico delle persone che ci vivono. Il carcere, per il Sindaco, è nel nel cuore della comunità, una cartina di tornasole della democrazia e per questo ha sottolineato due aspetti; la connessione tra le persone che ci vivono e l’esterno, e le persone che qui vi lavorano perché la fatica non sia senza il riconoscimento della comunità. Nella veste di consigliere regionale Marcello Ventura, a sua volta, ha detto che sarà sua cura fare una sintesi di quanto uscirà da questo consiglio e portarlo all’attenzione della Regione.

Gian Domenico Auricchio, Commissario Straordinario della Camera di Commercio di Cremona, si è soffermato sul tema del reinserimento di coloro che hanno scontato la loro pena. Hanno quindi preso la parola Michela Lo Sacco, in rappresentanza dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna, che ha in carico 150 casi in tutto il territorio provinciale, e Ornella Bellezza, Garante dei diritti dei detenuti, soffermatasi sulla sofferenza di chi è in attesa di essere giudicato e di chi sta espiando, nonché sulla professionalità presenti, auspicando che questo sia un momento di rinnovata speranza e motivazione per tutti coloro vivono e lavorano nel carcere.

Hanno inoltre portato il loro saluto l’avvocata Maria Laura Brunelleschi a nome dell’Ordine provinciale degli Avvocati, l’avvocata Micol Parati per la Camera Penale, Vittoria Costanza Loffi per i Radicali Italiani, e Giorgio Reali per CSV Lombardia Sud.

Marzia Tosi, in rappresentanza dell’Associazione Carcere Territorio, ha descritto il progetto “Riparare”, sulla giustizia riparativa, attualmente in atto a Cremona che vede protagonisti alcuni detenuti che, presenti in sala, alternandosi, hanno poi parlato della loro esperienza, nonché presentato alcuni progetti per migliorare la situazione della struttura e della condizione carceraria: un corso di primo soccorso – che tra l’altro presto prenderà il via – uno di di fotografia, un altro di musica, di panificazione, cucina e pasticceria, di falegnameria, di produzione casearia, orticoltura, inoltre corsi professionali all’interno del carcere per un futuro inserimento lavorativo e per mettere a frutto le risorse presenti nel carcere, un’attività di riqualificazione dei luoghi che ospitano i detenuti, un progetto di accoglienza per offrire un primo supporto ai nuovi giunti, un torneo di calcio con ragazzi esterni per unna reciproca conoscenza, un confronto con gli anziani, un rapporto epistolare con gli studenti, tutto questo in stretta collaborazione con il mondo del volontariato.

Sono infine intervenuti Sergio Gervasi, Vincenzo Martucci e Daniele Sciaudone, che, in veste di rappresentanti sindacali, hanno descritto le numerose problematiche che gli operatori si trovano ad affrontare quotidianamente all’interno della Casa circondariale, problematiche che determinato una situazione di grave difficoltà sotto tutti gli aspetti.

LA SECONDA PARTE – Nella seconda parte la parola è passata ai Consiglio Comunale, per la discussione dell’ordine del giorno: tra le richieste, di “sollecitare un tempestivo intervento del Ministero della Giustizia -Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria” per far fronte a problematiche come la carenza di personale del carcere e le scarse condizioni manutentive.

Si chiede inoltre un impegno per “aumentare le opportunità lavorative dei detenuti per il loro pieno reinserimento sociale”,ma anche di “mettere in campo alcune azioni e favorire contatti con altri enti o istituzioni private finalizzate a realizzare attività formative e ricreative”. Tra le proposte portate sul tavolo, infine, anche quella di istituire un gruppo di lavoro per “attivare azioni concrete tese ad affrontare le problematiche che di volta in volta emergono”.

A nome della Giunta è intervenuta dapprima l’assessora alle Politiche Sociali e della Fragilità Rosita Viola che si è impegnata a rilanciare quanto portato avanti sino ad ora dall’Amministrazione nel rapporto tra carcere e territorio, sostenendo, tra l’altro, che la differenza la fanno soprattutto le persone: è molto difficile attivare percorsi di reinserimento sia in ambito pubblico e privato, da qui la necessità di una forte spinta sul piano culturale. L

‘assessora Viola ha quindi accennato al recente progetto Resart che il Comune, in qualità di capofila, sta coordinando attraverso i fondi stanziati e ottenuti dalla Regione. L’Assessora ha concluso dicendo che in una situazione molto complessa qual’è quella carceraria e della Casa circondariale di Cremona soprattutto, serve l’aiuto di tutti, auspicando che anche in altri consigli comunali vengano trattati argomenti come quelli dibattuti oggi.

A seguire il sindaco Gianluca Galimberti ha innazitutto proposto di predisporre un report contenente tutte le attività fatte e che si stanno facendo perché siano conosciute, ha sollevato quindi il problema del lavoro, fuori e all’esterno del carcere: per quest’ultimo è indispensabile individuare le tipologie utili d’intesa con i rappresentanti delle altre istituzioni. C’è poi l’impegno per la formazione, e infine la proposta, rivolta a tutti: organizzare entro settembre un incontro con rappresentanti del Governo e della Regione, insieme ai rappresentanti sindacali e al Consiglio comunale, perché è impensabile una situazione come quella del carcere di Cremona: la prossima settimana partirà una lettera in tal senso per fare sì che tale incontro avvenga, a Cremona, oppure, se questo non sarà possibile, a Roma, perché le gravi criticità emerse durante la seduta consiliare straordinaria di oggi pomeriggio vengano una volta per tutte affrontate.

lb-sg

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