Cronaca

Quel viaggio pagato 2 volte. Nuovi
guai per l'agenzia “Le Sartoriali"

Si è aperto oggi il processo nei confronti di Monica Guasti, ex titolare dell’agenzia di corso Mazzini “Le Sartoriali del Viaggio” accusata di appropriazione indebita. Per la procura, nel 2017 si sarebbe appropriata della somma di 16.221,89 euro consegnata da Roberto Esposito, un cliente, per la prenotazione di un pacchetto viaggio in Papua Nuova Guinea.

Nonostante tra le parti fosse stata concordata una somma risarcitoria, nulla è andato in porto, e oggi in aula sono stati sentiti i primi testimoni, due ex dipendenti: il direttore tecnico assunta a gennaio, licenziata a fine luglio, mai pagata, e l’ex impiegata. Entrambe hanno detto che era la Guasti la responsabile dell’agenzia, era lei a dare gli ordini e a seguire la parte dei pagamenti. L’imputata non era in aula. Ha atteso la fine dell’udienza in corridoio.

Quello di Roberto era stato il viaggio più costoso. Una volta arrivato in Papua Nuova Guinea, il tour operator gli aveva comunicato con sua grande sorpresa che il viaggio non risultava pagato. Al cliente era toccato mettere mano al portafoglio e pagare una seconda volta. Nel frattempo Roberto è deceduto. A costituirsi parte civile sono stati la moglie e i due figli attraverso l’avvocato Attilio Raco di Milano.

“Ho chiesto due acconti e un saldo, quest’ultimo un mese prima del viaggio”, ha ricordato in aula l’ex direttore tecnico. “Io poi non so come sia andata avanti la trattativa, perché il 12 luglio ero in Mongolia con dei clienti”. La pratica era passata in amministrazione. “Era la Guasti a gestire sempre tutti”. Riguardo il secondo acconto pagato dal cliente, la testimone ha detto che le era stato chiesto di farselo dare in quanto dovevano fare altri pagamenti. In agenzia, in pratica, c’era bisogno di denaro per “tappare” i buchi aperti su altri viaggi.

A Le Sartoriali l’ex impiegata era stata assunta a gennaio del 2017. Nell’agosto di quello stesso anno il rapporto si era interrotto. “Da tre mesi non mi pagavano”, ha riferito la testimone. “Riguardo il mio licenziamento, so che c’era un piano di rientro firmato dalla Guasti. Non ho visto un soldo”.

Nell’aprile del 2021 l’imputata, finita nei guai con l’accusa di essersi appropriata del denaro dei clienti, era stata condannata ad otto mesi, pena sospesa, per aver falsificato una cambiale, e assolta dal reato di appropriazione indebita riguardante 4.824 euro consegnati a titolo di rimborso per una mancata effettuazione di un viaggio in Cile, Polinesia francese e Giappone e mai consegnati al cliente.

Ora è di nuovo a processo per il viaggio in Papua Nuova Guinea.

L’agenzia viaggi della Guasti era stata inaugurata in pompa magna il 14 gennaio del 2017. Nel maggio del 2018, la chiusura: la società era morosa per parecchie mensilità: circa 70.000 euro. E in più c’erano querele, dipendenti e creditori non pagati. L’imputata era stata accusata di essersi appropriata del denaro dei clienti per saldare i fornitori con i quali era indebitata anzichè pagare i tour operator. Alla fine i clienti erano stati risarciti e di conseguenza le querele erano state ritirate.

Si torna in aula con altri testimoni il prossimo 31 maggio.

Sara Pizzorni

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