Nella Giornata dell'Acqua,
l'allarme dei consorzi di irrigazione
Leggi anche:
La Giornata mondiale dell’acqua, voluta dalle Nazioni Unite e che si celebra oggi 22 marzo, vede la Lombardia, insieme a vasti territori italiani ed europei, alle prese con una seconda stagione di straordinaria siccità. La situazione delle riserve idriche in Lombardia continua ad essere sempre molto critica. Rispetto ai 3,6 miliardi di metri cubi d’acqua di riserve idriche mediamente disponibili in questo periodo, oggi si può contare su poco più 1,4 miliardi, vale a dire il 60 per cento in meno in assenza di precipitazioni significative anche nel mese di marzo.
“Va superata definitivamente la logica dell’emergenza per mettere in campo tutte le risorse disponibili per un vero e proprio Piano idrico strategico a livello nazionale”, a dirlo è Alessandro Rota, presidente di ANBI Lombardia, l’Associazione che rappresenta i dodici consorzi lombardi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue. A rischio c’è l’agricoltura lombarda – prima in Italia per valore economico – che vanta, con i suoi 600 mila ettari, oltre il 23 per cento della superficie irrigua nazionale. Non solo, in gioco c’è un intero ecosistema basato sull’attenta gestione dell’acqua e sul fondamentale ruolo di ricarica della falda, sempre più sottopressione, garantito proprio dall’irrigazione delle campagne.
“I consorzi sono da sempre – proprio in questi giorni si sono chiuse le celebrazioni del Centenario della bonifica moderna – il fulcro di ogni azione concreta per la gestione dell’acqua presidiando e governando le opere idrauliche e le decine di migliaia di chilometri di canali che innervano la Lombardia”, aggiunge Rota, “e sono pronti a realizzare gli interventi strutturali necessari per migliorarne l’efficienza, indispensabile per far fronte con urgenza ai cambiamenti climatici”.
Servono però risorse adeguate, indirizzi programmatici innovativi, semplificazione burocratica: insomma un vero e proprio Piano idrico strategico nazionale, come chiede da tempo ANBI. In questo conteso resta prioritario completare le “grandi incompiute”, dando soluzioni concrete ai temi posti da tempo, a partire dal Piano Invasi sempre più urgente.
Come vuole la legge nazionale, dopo l’utilizzo umano la priorità va all’uso irriguo – ricorda il presidente di ANBI Lombardia -, concludendo che “solo mantenendo vive e irrigate le nostre terre sarà possibile garantire la produzione di cibo, con tutti i benefici ambientali, sociali e culturali così indissolubilmente legati all’acqua che intendiamo salvaguardare”