A2A: "Impianto biometano risposta
a esigenze economia circolare"
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A2A replica alle proteste che stanno arrivando dal Bosco ex Parmigiano e dal comune di Gerre per l’impianto di biometano in fase di autorizzazione accanto al termocombustore e all’impianto a biomasse legnose.
Il biometano è “una risorsa preziosa da mettere a disposizione del territorio secondo i principi dell’economia circolare, recuperando biomasse vegetali, reflui zootecnici e sottoprodotti di origine agroindustriali”, si legge in una nota della multiutility.
“Il biometano generato, pari a 3.400.000 metri cubi all’anno, verrà immesso nella rete nazionale di trasporto del gas e potrà soddisfare il fabbisogno annuo di oltre 10mila persone evitando l’utilizzo di combustibili fossill. La riduzione di emissioni di CO2 garantita dal l’impianto sarà pari a 9.000 t/a un valore equivalente alla riduzione di CO2 ottenuta da una superficie piantumata a bosco di estensione pari a 600 campi da calcio.
Grazie al know-how e alle competenze del Gruppo A2A per la realizzazione di questo progetto saranno adottate le migliori tecnologie disponibili, con sistemi di ultima generazione che consentiranno la massima efficienza dell’impianto nel recupero delle risorse e nel rispetto dei vincoli ambientali (utilizzo energie rinnovabili per i consumi impianto, attività di movimentazione effettuate in aree chiuse e dotate di impianti di aspirazioni e trattamento dedicati per l’abbattimento degli odori, recupero dei nutrienti nei terreni).
“L’impatto previsto sulla viabilità della zona sarà limitato ed è stato oggetto di uno specifico studio del traffico. L’impianto risponde inoltre a precise indicazioni di coerenza e continuità architettonica con il contesto impiantistico e naturalistico esistente. Una superficie boschiva e a prato fiorito di più di un ettaro è stata prevista quale mitigazione paesaggistica ed ambientale.
“Il bilancio energetico dell’impianto biometano Cremona è strutturato per massimizzare la produzione di energia rinnovabile (biometano, energia elettrica fotovoltaica) senza ricorrere a utilizzo di fonti fossili per i consumi energetici dell’impianto. Infatti, i consumi energetici saranno garantiti dall’impianto stesso (in autoalimentazione) e dalla presenza di un impianto fotovoltaico da 520 kW, installato sui tetti dell’insediamento, che contribuirà a renderlo autosufficiente e ad immettere ulteriore energia rinnovabile in rete”.
In conclusione, il progetto rappresenta “un contributo concreto per il processo di transizione ecologica e decarbonizzazione del Paese basti considerare che sfruttando il potenziale nazionale di produzione di biometano che si potrebbe ricavare dal trattamento dei sottoprodotti e dagli scarti della zootecnia si otterrebbe un quantitativo pari a 6,3 miliardi di metri cubi, circa un quarto del gas che fino al 2021 veniva importato dalla Russia”.