Ambiente

Ats: in dieci anni è scesa
la mortalità da polveri sottili

Presentato lo studio epidemiologico Ats Val Padana ieri sera a Bonemerse: mortalità per tutte le cause scesa del 22,7 percento nel distretto cremonese tra 2010 e 2019

Nell’ultimo decennio (2010 – 2019) diminuisce la mortalità per polveri sottili 2,5 a Cremona, nonostante resti alto il livello di inquinamento che colloca la Pianura Padana e la provincia di Cremona in particolare tra le aree più inquinate d’Europa. Dati alla mano, è quanto ha illustrato ieri l’epidemiologo dell’Ats Val Padana Marco Villa nella serata organizzata dal Comune di Bonemerse per la presentazione dello studio sulle correlazioni tra inquinamento e salute dei cittadini di Cremona e comuni limitrofi, oltre che dei 48 comuni dell’Ambito.

Introdotto dal sindaco Luca Ferrarini e del consigliere Nunzio Zignani, oltre che dal direttore generale dell’Ats Salvatore Mannino, Villa ha spiegato le caratteristiche dello studio, realizzato in parte avvalendosi della modellizzazione di una società esterna, TerraAria srl che ha calcolato l’esposizione media annuale al PM2.5 suddividendo il territorio dei comuni del distretto cremonese in “celle” di 50m x 50m e un’estensione di 51km x 37km. Per avere un’idea, sono celle in grado di contenere ciascuna due – tre persone. Oltre al pm 2,5, per il quale il riscaldamento domestico è responsabile al 50% (le emissioni industriali lo sono al 10%) è stata indagata anche l’esposizione a pm10 e Nox (maggiore imputato è il traffico stradale): sono questi i tre inquinanti indicati da numerosi studi scientifici come responsabili di mortalità per cause naturali, malattie cardiovascolari, malattie respiratorie e tumore al polmone.


L’analisi temporale mostra come nel secondo decennio del Duemila vi sia stata una riduzione di pm 10, soprattutto quello derivante da riscaldamento e motori. Va detto che il particolato esaminato nello studio non è solo quello primario (ad esempio le emissioni dirette dai tubi di scappamento), ma è calcolato includendo le formazioni secondarie, derivanti dall’effetto combinato degli agenti atmosferici.

Tre le suddivisioni territoriali prese in esame:  nei “Comuni Limitrofi” sono inclusi i comuni di Bonemerse, Crotta D’Adda, Gerre de’ Caprioli, Sesto ed Uniti e Spinadesco, in quanto comuni limitrofi a Cremona e con insediamenti produttivi. Gli altri comuni del distretto, fuorché Cremona, sono stati aggregati nella categoria “Resto del Distretto”. E poi c’è ovviamente la città capoluogo. Ebbene, l’esposizione media annua al pm10 è scesa nel Comune di Cremona da 34.3 del 2020 a 25.9 del 2029; nei comuni limitrofi da 33.2 a 25.2; nel resto del distretto da 33.8 a 25.6.

 

“Ad ogni cittadino – ha spiegato Villa –  abbiamo associato una coordinata in modo da collocarlo in una delle 750mila celle della modellizzazione”.
Guardando alla mortalità per cause naturali e considerando il valore medio annuale di 5 µg/m3 (microgrammi al metro cubo) di pm2,5 stimato dal WHO (World Health Organization 2021) come valore soglia, “nel decennio 2010 – 2019 sono stati stimati 2942 decessi per cause naturali attribuibili al PM2.5 nel distretto di Cremona, con un trend decrescente che ha riguardato sia il numero totale di decessi (da 322 nel 2010 a 249 nel 2019) che la sua percentuale sul totale delle morti osservate (dal 17.3% del 2010 al 13.4% del 2019). Nel 2019 il numero dei decessi attribuibili è il più basso tra gli anni analizzati”.

Se invece si prende il valore soglia fissato dall’Unione Europea, molto più tollerante (25 µg/m3) i decessi scendono a 724″.
“Nel corso degli anni – osserva ancora lo Studio – si registra un trend decrescente dei decessi attribuibili, con una riduzione complessiva del 22.7% (scenario 5 µg/m3) e del 91.3% (scenario 25 µg/m3). In particolare, in questo scenario nel 2019 dell’intero distretto sono stati solo 10 e la frazione sul totale inferiore all’1%”.

 

“La riduzione percentuale media annua di decessi è del 3.5% per il comune di Cremona e del 3.7% per il resto del distretto. Rimane pressoché costante nel corso degli anni il numero di decessi attribuibili nei comuni limitrofi”. il commento dello Studio.

Per quanto riguarda uno dei big killer, il tumore al polmone, “nel decennio 2010 – 2019 sono stati stimati 198 decessi nello Scenario 5 µg/m3 e 59 nello Scenario 25µg/m3. In entrambi i casi il trend è decrescente sia in termini assoluti che percentuali. Gli intervalli di confidenza sono piuttosto ampi, denotando una maggiore incertezza delle stime.

“La quota di decessi attribuibili al PM2,5 per tumore al polmone – si legge nello Studio –  è maggiore nella città di Cremona rispetto al resto del distretto, compresi i comuni limitrofi al capoluogo caratterizzati dalla presenza di insediamenti produttivi”: i numeri riportati nello scenario più restrittivo sono esemplificativi: nell’arco del decennio nella città capoluogo sono state 105,3 (il 21%) le morti attribuibili al pm2,5, contro le 6,9 (14,7%) dei comuni limitrofi e le 86,1 (il 16,6%) del resto del distretto. gbiagi

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