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Cremo, solita incompiuta
Guarda questi due e impara

Ciofani abbraccia Castagnetti a Monza

Quel che resta di un pareggio prima della sosta ha lo stesso sentore di altre 25 giornate di campionato: se si esclude la vittoria con la Roma, la Cremo continua ad essere un’incompiuta. A Monza il primo tempo di carta velina sembra ricalcare quelli con Bologna, Lecce, Napoli, Torino, Sassuolo, Fiorentina per citare solo gare griffate Ballardini. Sette indizi fanno ben più di una prova: vuoi per attendismo, vuoi per pedine schierate, vuoi per carenze croniche, i grigiorossi regalano una frazione al nemico. E le modalità sono identiche in ogni partita di campionato avviata col motore in folle.

Squadra “poco chiara” per dirla alla Ballardini, con difesa in balìa di un centrocampo incapace di architettare manovre e ancora meno di edificare argini. Esterni costretti sulla difensiva, mediani che subiscono la partita invece di giocarla. Questa la rabbia del tecnico della Cremo, che in corso d’opera ha aggiustato più di una partita, alimentando i rimpianti per quelle riprese da coltello tra i denti dopo primi tempi da sparring partner.

I sogni vissuti ad occhi aperti in Coppa Italia, stridono con le incompiute di Bologna, di Torino, di Reggio Emilia e da ultimo di Monza, coi brianzoli che dopo aver sprecato l’inverosimile prima dell’intervallo si sono ritrovati sotto col blitz degli eterni ragazzi Castagnetti-Ciofani.

Deve tanto a loro la Cremo, per la promozione sì ma anche per la dedizione con cui continuano a rincorrere la strada dei gol e del gioco anche in serie A. Ciofani che segna come Okereke e Dessers pur essendone riserva (sulla carta…) è emblema di una squadra che dopo 31 partite stagionali non ha ancora un assetto offensivo definito. Castagnetti che a inizio stagione giocava poco con Alvini e ultimamente ancor meno con Ballardini fa vedere in un tempo a Monza cosa serva veramente in serie A: personalità.

Prendano appunti i colleghi di reparto, perché dopo la sosta servirà mostrare la versione migliore della Cremo e servirà farlo sulla lunga distanza, per l’intera durata di una partita. Non basterà più una frazione, come non basteranno più i pareggi per dimostrare di crederci per davvero. Alla ripresa, oltre alle semifinali di Coppa Italia con la Fiorentina, mancheranno 11 giornate. Fanno 33 punti sul piatto. Meglio presentarsi al tavolo affamati, dalla prima portata all’ultima portata.

Simone Arrighi

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