Politica

Medaglia d'Oro ai sanitari,
sabato 18 marzo la consegna

I confusi momenti della prima ondata del Covid, tra febbraio e marzo 2020 quando stava emergendo la gravità della situazione in tutta la sua drammaticità, sono stati ripercorsi oggi pomeriggio in sala Quadri durante la discussione dei due ordini del Giorno sull’attribuzione della medaglia d’Oro Città di Cremona: uno, della maggioranza, che la attribuisce ai rappresentanti delle professioni sanitarie: l’altra della minoranza di centrodestra – primo firmatario Carlo Malvezzi – che la estendeva a farmacisti, forze dell’ordine, vigili del fuoco, addetti alla vendita di beni di prima necessità, operatori delle pompe funebri ed addetti cimiteriali.

Alla fine ha prevalso l’orientamento già emerso in Ufficio di presidenza: unanimità per il testo della maggioranza; solo voti della minoranza per l’altra. La questione Medaglia d’Oro, che tiene banco politicamente dal novembre 2020, vedrà la sua conclusione sabato prossimo 18 marzo alle 10,30 in occasione della Giornata Nazionale in ricordo delle vittime del Covid.

Il sindaco Galimberti, in un accorato intervento finale ha spiegato la ratio della decisione: attribuire il riconoscimento a solo alcune categorie professionali  significa dimenticare che il Covid ha rappresentato un momento difficile, a volte tragico per tutta la città: “Ricordo il lavoro comune fatto con la Polizia Locale, i carabinieri, la Polizia di Stato, i Vigili del Fuoco e tutte le forze dell’ordine. Ma anche le interlocuzioni con i responsabili dei supermercati, non solo le cassiere, ma anche chi trasportava la merce. E sto pensando anche a tutti quelli che hanno lavorato nei cimiteri, accanto alle pompe funebri; come pure chi lavorava nei forni crematori. Ricordo anche gli imprenditori e i lavoratori che convertivano le loro produzioni per produrre mascherine. Sarebbe importante raccogliere anche le loro testimonianze – ha aggiunto -. E ricordo anche le 36 ore in cui fu costruito l’ospedale da campo lì contribuirono in tanti, tra cui i dipendenti delle aziende pubbliche delle multiutility, e poi il X reggimento; i volontari di Cremona Aiuta; il privato sociale. E il tutto senza orari, giorno e notte. E poi vorrei ricordare anche i ristoratori che facevano l’asporto. Alcuni lo facevano non per guadagnarci ma per dare un servizio. E allora perchè non ricordiamo anche chi ha perso il lavoro a causa della pandemia?”

Un elenco lungo, ma non esaustivo: “Sono sicuro di dimenticarmi qualcuno. Il concetto è che la medaglia d’oro va data a tutta la comunità cittadina, a tutti e 72mila abitanti di Cremona. dedicarla ai sanitari significa darla a ciascun cremonese”.

IL DIBATTITO

I consiglieri di minoranza hanno letto testimonianze dirette di chi durante il lockdown ha lavorato nonostante tutto: Maria Vittoria Ceraso ha portato quella di Linda, cassiera del Conad; Saverio Simi quella di un addetto di agenzia funebre; Beppe Arena ha descritto il disagio di un poliziotto nel fare il suo lavoro; Simona Sommi quello di una farmacista.

La sintesi degli interventi è venuta da Carlo Malvezzi: “Nel 2020 il presidente della Repubblica premiò 57 persone, tra cui la nostra Elena Pagliarini, ma in quella cerimonia erano presenti anche altre professioni, persone in carne ed ossa che hanno fatto il loro dovere, sacrificando la propria vita privata. Ed è esattamente prendendo esempio dal Presidente della Repubblica che noi abbiamo presentato la proposta di rendere onore a una persona (proposta del novembre 2020, per la Medaglia al dotto Bosio, ndr).

Dispiace che attorno a questa proposta siano nate delle letture che erano lontanissime dal nostro pensiero, ma resta il nostro desiderio di riconoscere a delle persone in carne ed ossa il riconoscimento di un servizio fatto a tutti. Per questo abbiamo voluto portare in quest’aula la voce delle persone che  hanno dedicato il massimo impegno in quel periodo.  Positivo ed utile dare la medaglia d’oro ai sanitari, e noi voteremo a favore perchè questa scelta ci conferma nella bontà dell’azione che abbiamo intrapreso a novembre 2020. Auspico un voto unanime a entrambi gli odg, diamo un segno positivo, l’immagine di una istituzione che sa guardare negli occhi la storia di persone che si sono sacrificate per noi”.

Di segno opposto gli interventi della maggioranza. Enrico Manfredini: “Questo ordine del giorno non voleva assolutamente sminuire l’operato di tutte le categorie che si sono prodigate nelle loro attività durante il periodo più duro del lockdown. La nostra scelta di conferire la medaglia d’oro al personale sanitario vuole riconoscere il loro ruolo essenziale e insostituibile per salvare le vite dei nostri concittadini”.

Fabiola Barcellari, consigliera Pd e infermiera: “Io avrei fatto una medaglia al valore per chi ha perso la vita; non siamo eroi, ancora oggi vediamo in ospedale malati e gente non vaccinata. Il paradosso è che prima eravamo eroi, oggi vediamo quotidianamente aggressioni al personale sanitario. Scusatemi ma tutto questo buonismo, questo voler dare una medaglia, io la darei a chi non c’è più. L’unica medaglia d’oro che si può dare è a quelle persone valorose che hanno dato la vita, perchè oggi noi siamo solo attaccati”. Una forte delusione nelle sue parole: nella realtà attuale tutti i giorni “è una lotta continua, pensavamo che il Covid ci avesse fatto tutti più buoni, invece no”.

Per Lapo Pasquetti, Sinistra per Cremona, “A novembre 2020 si fa la richiesta per Bosio. Se allora avessimo accettato quella risposta, oggi non saremmo qui a discutere questo odg. Da allora abbiamo fatto diversi uffici di presidenza sull’opportunità di conferire la medaglia non ad personam ma a tuti i sanitari. E ricordo a tutti che dopo molti incontri fu trovata la quadra e si stava solo discutendo di quale persona dovesse ritirare l’onorificenza a nome degli altri. Era stato trovato un accordo. Improvvisamente è saltato e così oggi ne stiamo discutendo in maniera becera e sgradevole. Con questa modalità scelta dalla minoranza si vuole mettere in contrapposizione categorie professionali”.

Luca Nolli, M5S, ha votato entrambi i testi: “I premi non devono esser frutto di polemiche, altrimenti diventa qualcosa di sgradito”. gbiagi

 

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