Cronaca

L'8 marzo diverso dell'Iis Torriani
Solidarietà alle donne iraniane

Una performance teatrale itinerante e in solidarietà per le donne iraniane quella messa in scena questa mattina, 8 marzo, nell’atrio dell’istituto Torriani. Un’iniziativa coordinata dalle professoresse Josita Bassani e Chiara Beccari, per la regia di Mattia Cabrini, interpretata dagli studenti e studentesse Giorgia Galli, Gaia Gennarino, Valentino Sideri, Diego Rossetti, Samuel Gega, Ginevra Maestri, Ester Zucchetti, Riccardo Scimenes, Jaslene Kaur, Selene Bramati. Un gruppo che  sin da subito si è mostrato capace di indagare l’attualità andando a leggere ed esplorare le notizie più cupe del nostro presente che afferiscono al tema della violenza contro le donne.

In particolare il gruppo ha approfondito la vicenda delle donne iraniane, protagoniste e vittime da diversi mesi delle manifestazioni di piazza per rivendicare libertà che a tutt’oggi sono ancora loro negate.

Lavorando con i ragazzi – spiega il regista Mattia Cabrini –  è emerso il desiderio del gruppo di denunciare e trasformare episodi di violenza in occasioni per proporre valori e ideali necessari alla convivenza tra le persone. Sono stati così proposti due momenti performativi: un’installazione consistente nella realizzazione di un quadro corporeo in cui le donne spariscono sotto un velo accanto agli uomini che si ergono statuari e immobili sopra un piedistallo. “Abbiamo scelto di creare un’immagine viva – spiegano ancora – perché sono tante le immagini virtuali che ogni giorno ci passano sotto gli occhi in modo superficiale. Questa volta la scena collocata all’ingresso della scuola, in un luogo di passaggio, diventa tangibile e concreta. Un cartello tra le mani degli attori pone la domanda ai passanti: “Vado bene così?”, provocando direttamente lo spettatore. Solo all’uscita gli studenti dell’istituto Torriani vedranno un quadro diverso, svelato, dove le relazioni e gli sguardi sono vivi e presenti. Questa è la risposta che il gruppo di attrici e attori ha voluto dare a quella domanda: ‘Si, vado bene così'”.
Il secondo momento è consistito in un’incursione teatrale, una vera e propria irruzione nelle aule durante le ore di lezione che interrompe in modo pacifico la routine scolastica della mattinata per lanciare con un gioco corale un unanime grido di libertà e giustizia.

“Abbiamo scelto l’incursione perché tali messaggi hanno bisogno di irrompere in una quotidianità fredda e frenetica che rischia di silenziarli e posticiparli in fondo alle nostre personali priorità. Vedere un gruppo di giovani studenti che con coraggio si espone per lanciare, attraverso il teatro, il proprio messaggio di solidarietà in modo onesto e pacifico rappresenta un elemento di speranza. I giovani sono vivi…E coraggiosi”.

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