Cronaca

La storia: "Rinata dopo
il Covid grazie al pattinaggio"

Ha ricominciato a pattinare lo scorso anno, una passione di quando era ragazzina, uscendo da una lunga e difficile fase di inattività seguita al Covid. E nel giro di cinque mesi, a 53 anni, è riuscita ad arrivare a un livello tale da poter gareggiare nella tappa di Lonato del Campionato provinciale di Solo Dance, tenendo testa ad atlete dell’età dei suoi figli. Conquistando anche il pass per la successiva fase regionale.

Una storia di rinascita, quella di Isabella Giordano, che domenica 18 febbraio ha indossato tutina di paillettes e pattini in un tipo di gara che negli Stati Uniti è organizzata in veri e propri campionati suddivisi per età degli atleti, mentre in Italia non esistono gare master. Una disciplina nata proprio per dare la possibilità agli “over” di tornare a roteare sulle rotelle senza doversi produrre in salti e trottole, ma eseguendo con meticolosità, al ritmo di musica, tutti i passi tecnici e le posture che sono alla base del pattinaggio artistico.

 Recupero fisico e muscolare, voglia di riscoprire il lato bello della vita, ma soprattutto tanto entusiasmo, sono alla base di questa sfida che adesso continua con la preparazione alla fase regionale del 25 aprile a Montichiari. Il programma è sempre lo stesso, come pure le difficoltà tecniche che verranno ripetute anche nel campionato nazionale: passi obbligati al ritmo di tre diverse musiche (nella gara del 18 febbraio boogie, tango e foxtrot) in cui i giudici confrontano l’esibizione di due atlete per volta.
Di volta in volta c’è la selezione: i migliori sulla base del punteggio ottenuto passano alla fase successiva.

La gara è venuta di conseguenza, ma in realtà Isabella aveva rimesso i pattini per tornare a una vita attiva dopo aver contratto una grave forma di Covid 19, che l’aveva lasciata con il fisico fortemente debilitato e grossi problemi di memoria e concentrazione.

“L’avevo preso nel periodo peggiore, durante la prima ondata del 2020. Ho passato due settimane sotto ossigeno in ospedale, vedevo gente morire attorno a me. Quando sono uscita non riuscivo quasi a stare in piedi, ero debolissima, tutto era difficile, anche le azioni più ordinarie. E’ durato a lungo così, poi ho deciso che dovevo in qualche modo risollevarmi e così ho ripreso i miei vecchi pattini a rotelle. A Cremona non esistono piste dove si può andare liberamente a pattinare, così sono andata sugli argini, dove la gente va a correre. In tanti mi dicevano ‘che bello’, ho scoperto che c’è un sacco di gente che ama questo sport. Un giorno un pattino si è pure rotto perchè era troppo vecchio”, dice adesso divertita.

Poi una volta, proprio sugli argini, incontra Paola Mainardi, la sua prima istruttrice di pattinaggio, tuttora attiva in questo ruolo alla Società Pattinaggio Artistico Cremonese, che proprio vent’anni fa aveva partecipato al primo campionato italiano di Solo Dance a Bologna.
Insieme a Isabella si aggiungono altre due “over”, Tiziana e Alessandra. “E’stata una bellissima e piacevolissima sorpresa ritrovare le mie ex atlete che hanno voluto ricominciare a pattinare e mi ha sorpreso la loro voglia di rimettersi in gioco”, afferma l’insegnante. “Ed è’ stata un’emozione anche per me poterle allenare. Per i più piccoli la danza sui pattini è vista quasi come un obbligo, perchè implica la padronanza della tecnica, mentre per gli adulti è un lavoro intenso, in quanto costringe a modificare posture e movimenti, ma dà una soddisfazione pazzesca”.

Per Isabella – marito, tre figli, un cane e un’attività in proprio – l’obiettivo della gara è stato determinante nel farla uscire di casa due volte alla settimana da ottobre ad oggi, alle 19, per andare ad allenarsi nel ‘pallone’ che d’inverno copre la pista di pattinaggio di fianco alle piscine. Un’ora e mezzo di allenamento a volte sfiancante, ma terapeutico. “Dopo il Covid non riuscivo a recuperare la normalità del mio corpo. I muscoli non rispondevano, ma neanche la testa.
Ho pensato di rimettere i pattini perchè le gambe pesavano troppo anche per camminare. È stata la mia salvezza, la mia riabilitazione. Il pattinaggio ha questo strano effetto di sviluppare oltre a tutti i muscoli del corpo, anche la concentrazione, l’equilibrio, la coordinazione. Tutto questo è risaputo, ma è la sensazione di felicità che lascia, la vera cosa impagabile. Sarà l’ebbrezza della velocità, l’adrenalina che si sviluppa per l’effetto dello stare in equilibrio, abbinate poi alla bellezza del corpo che si muove con passi di danza al ritmo della musica. È un coctail di felicità che non si può provare in palestra sollevando pesi”.

“Detto questo, ho dovuto pattinare per 1 anno e mezzo sull’argine di Po insieme a chi pratica il jogging ma soprattutto tra i ciclisti che ti sfrecciano di fianco con il rischio di fare brutte cadute. Purtroppo non esiste a Cremona un luogo dove poter pattinare, e sì che basterebbe poco, uno spiazzo con colatura di cemento quarzato, per ricavare uno spazio multi disciplinare dove si valorizza lo sport all’aperto per tutte le età”.

Per gli atleti c’è invece lo spazio condiviso nella rinnovata pista a fianco degli impianti comunali di piazzale Azzurri d’Italia dove le giovani della SPAC, si stanno allenando in vista del prossimo week end a Montichiari per la tappa Show and Precision del campionato regionale Fisr, la federazione del Coni degli sport rotellistici. gbiagi

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