Trimestrale Unioncamere: segnali
positivi per industria e artigianato
Buone notizie dalla manifattura cremonese nell’indagine congiunturale svolta da Unioncamere relativa al quarto trimestre 2022, con tassi di crescita positivi sia per l’industria (+2,7%) che l’artigianato (+0,5%). Anche il fatturato è positivo per entrambi i comparti, segnando un +0,6% per l’industria e un +1,1% per l’artigianato. Gli ordinativi dell’industria registrano un incremento congiunturale (confronto con il trimestre precedente) significativo dall’interno (+1,3%) e ancor più dall’estero (+4,3%) mentre sono in leggera flessione per quanto riguarda l’artigianato (-0,7%).
In ottica tendenziale (rispetto allo stesso trimestre del 2021) gli incrementi produttivi restano significativi sia per l’industria (+6,1%) che per l’artigianato (+2,0%). Il fatturato, spinto anche dall’aumento dei prezzi, segna incrementi rilevanti rispetto allo scorso anno crescendo del 5,8% per l’industria e del 4,5% per gli artigiani. Gli ordini mostrano andamenti tendenziali più contenuti per l’industria per il mercato interno, fermandosi al +0,1%, mentre risultano più dinamici dal mercato estero (+2,7%). L’artigianato mostra un tendenziale più marcato per gli ordini totali (+1,4%).
“L’indagine congiunturale relativa al 4° trimestre – sostiene il Commissario Straordinario Gian Domenico Auricchio – evidenzia come nel 2022 le imprese manifatturiere cremonesi abbiano tenuto, registrando un incremento medio annuo del 4,7% per la produzione industriale e del 4,2% per la produzione artigianale, un risultato incoraggiante che dimostra ancora una volta la straordinaria resilienza delle nostre imprese che hanno saputo reagire e fronteggiare gli effetti dirompenti della crisi energetica. Grazie al notevole incremento dell’export sono stati superati i livelli produttivi del periodo pre-covid. Il nostro sistema produttivo è sano, ma la competitività del nostro territorio è condizionata dalla carenza di infrastrutture adeguate. Alla nuova Giunta regionale chiediamo quindi di attuare gli interventi infrastrutturali che attendiamo da decenni e che sono vitali per la competitività della nostra provincia”.
L’indagine coinvolge ogni trimestre due campioni distinti di aziende manifatturiere e ha visto interpellate 124 imprese appartenenti a tutte le principali attività del comparto manifatturiero, suddivise in 57 imprese industriali e 67 artigiane.
Il mercato del lavoro cremonese è stabile per il settore industriale con il numero degli addetti vicinissimo alla variazione congiunturale nulla (-0,2%), e più negativo per l’artigianato che registra una flessione più significativa (-2,0%). Nessuna delle imprese industriali intervistate ha dichiarato di aver fatto ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, mentre la percentuale è del 7,5% per l’artigianato, ma con una quota sul monte ore trimestrale molto contenuta (0,9%).
Sul versante dei prezzi pesano le dinamiche del tutto straordinarie evidenziate a livello internazionale sulle materie prime e sui beni energetici (gas ed energia elettrica in primis) che provocano un’ulteriore spinta inflattiva, ma meno intensa rispetto allo scorso trimestre. Le imprese industriali del cremonese stimano infatti una crescita congiunturale dei prezzi delle materie prime del 2,6% e le imprese artigiane dell’8,6%. Il confronto tendenziale evidenzia maggiormente la gravità della situazione con un incremento del 44,5% dei prezzi delle materie prime per l’industria e del 70,5% per l’artigianato.
Dal punto di vista strutturale il quadro delle imprese industriali cremonesi alla fine 2022 resta positivo con le imprese che dichiarano una produzione accresciuta rispetto a quella di dodici mesi prima che costituiscono ancora la maggioranza ma scendono sotto il 50% (49%). Cresce sensibilmente la quota di imprese in contrazione (dal 28% dello scorso trimestre al 32%) e cresce anche la quota di imprese stazionarie (19% da 14%). Migliore il quadro dell’artigianato con il 50% di aziende artigiane che dichiara un incremento di produzione.
Le aspettative per il prossimo trimestre degli imprenditori industriali restano positive per la maggior parte degli indicatori, ma sono deboli relativamente all’andamento della domanda interna. Gli artigiani, invece, sono più pessimisti con aspettative stabilmente in area negativa. Prevalgono le indicazioni di contrazione sia per i livelli produttivi che per ordini e fatturato, mentre è pari a zero il saldo per l’occupazione.
Le variazioni tendenziali riscontrate a livello provinciale mostrano un quadro complessivamente positivo, ma con sensibili differenze nelle velocità di crescita. Questo risultato dipende anche dai tempi della ripresa che, a livello locale in base alle diverse specializzazioni produttive, si è avviata in momenti differenti.