Doping, nulla di fatto: per l'ex
agente ancora sentenza rinviata
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Nulla di fatto. Oggi avrebbe dovuto essere il giorno del giudizio per Vincenzo Catapano, 51 anni, napoletano, l’ex poliziotto in servizio nella sala operativa della Questura di Cremona coinvolto nell’indagine sul doping “Good Drugs” portata a termine nel dicembre del 2018 dagli uomini della Squadra Mobile di Cremona. Ma ancora una volta, la quarta, i due ultimi testimoni, due persone che avrebbero acquistato le sostanze dopanti dall’imputato, non si sono presentati. Tra irreperibilità, citazioni a vuoto, mancanza di prove delle avvenute citazioni, il processo si sta trascinando da più di un anno. Oggi avrebbe dovuto essere la volta buona, almeno così sperava anche il difensore, l’avvocato Luigi Calabrese, che ha fatto un altro viaggio a vuoto da Nocera Inferiore, e invece, visto che non c’era la prova che i testi avessero ricevuto la citazione, il giudice è stato costretto a rinviare ancora una volta, facendo slittare la sentenza al prossimo 13 aprile. La procura dovrà citare di nuovo i due testimoni che se si presenteranno, saranno sentiti con l’assistenza di un difensore, se invece non si faranno vedere, il processo si chiuderà comunque.
A Catapano, che da anni è tornato a vivere a Napoli e che continua nella sua passione per il body building, sono contestati la commercializzazione di sostanze dopanti, la ricettazione di anabolizzanti, il cui acquisto è vietato dalla legge, e la detenzione finalizzata allo spaccio di farmaci a base di nandrolone, considerato uno steroide anabolizzante ed inserito dal 2010 nelle tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope. Nella sua casa erano state trovate diverse confezioni di sostanze dopanti, tra cui il Nandrolone. “Sì”, aveva ammesso lui, “ma esclusivamente per uso personale”.
Secondo quanto emerso dalle indagini e dalle intercettazioni telefoniche, l’ex poliziotto e altre due persone, queste ultime già uscite dall’iter giudiziario con una condanna e un patteggiamento in udienza preliminare, tutti frequentatori di una palestra di Cremona, avrebbero ceduto ad altri atleti amatoriali le sostanze proibite.
In particolare, Catapano avrebbe commercializzato, “procurandoli a numerosi appassionati di body building, farmaci e sostanze farmacologicamente o biologicamente attive, idonei a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti”. Lo avrebbe fatto “al di fuori dei canali costituiti da farmacie aperte al pubblico, farmacie ospedaliere, dispensari e altre strutture”, “prendendo direttamente contatti con fornitori terzi e acquirenti e provvedendo direttamente all’approvvigionamento”.
Da parte sua, tra il 2015 e il febbraio del 2018, Catapano avrebbe ceduto a tre atleti un farmaco a base di nandrolone che deteneva presso la propria abitazione. Farmaco, questo, contenente una sostanza indicata nella tabella dei medicinali a base di stupefacenti e psicotropi.
All’imputato è contestata anche la ricettazione, in quanto, una volta ricevuti i farmaci, li avrebbe rivenduti. Nella prossima udienza, durante le sue conclusioni, la difesa produrrà anche una recente sentenza sul doping del tribunale di Milano che ha escluso la configurabilità della ricettazione nel caso di acquisto di anabolizzanti per uso personale, ossia non allo scopo di alterare le prestazioni agonistiche durante una gara sportiva.
Sara Pizzorni