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Da Florjancic a Ciofani: fine
dell'astinenza grigiorossa

Il sorriso di Daniel Ciofani dopo la vittoria sulla Roma

Da Matjaz Florjancic a Daniel Ciofani, dai contorni ormai sfumati di Padova Cremo 1-2 del 31 marzo 1996 decisa dalla doppietta dallo sloveno, all’urlo del capitano sotto la Sud per il rigore del 2-1 con la Roma 9830 giorni dopo. Finisce così, l’astinenza grigiorossa in serie A, un ritorno alla vittoria atteso 26 anni e 11 mesi. Il cerchio si è chiuso allo Zini, dove l’ultimo successo tra i grandi la Cremo lo aveva conquistato il 24 marzo del 1996: anche allora contro una squadra capitolina, la Lazio, come allora segnando il gol decisivo al minuto 83, per la doppietta di Tentoni. Da un bomber all’altro, la Cremo ha tolto lo zero nella casella vittorie, abbandonato l’ultimo posto in classifica e cecchinato una Lupa che quando vede grigiorosso diventa quasi un cagnolino domestico.

Difficile mettere la museruola ai tenori giallorossi, impossibile farlo a Mourinho, che nel dopo gara ha spostato le analisi della sconfitta dello Zini verso la sua eterna crociata contro il sistema, contro gli arbitri, contro il quarto uomo, contro un contorno che però non modifica di una pennellata il quadro: come in Coppa Italia, altra corrida giallorossa, la Cremonese ha conquistato la vittoria sul campo, con merito. E le firme sul successo sono la sintesi perfetta del riscatto. Frank Tsadjout era la terza scelta a inizio stagione per il ruolo di pivot, dopo Dessers e Ciofani, ora è al secondo gol consecutivo in serie A ed entrambi i sigilli sono prodezze da copertina. DC9 è il capitano sempre pronto all’uso, senza paura di sbagliare un calcio di rigore che può valere una stagione (vedi Lecce e Salerno prima di martedì sera contro la Roma) e che alla gioia unisce la commozione per il primo successo in campionato.

“E’ un’emozione bellissima – racconta nell’intervista flash di fine gara al microfono di Dazn -. L’abbiamo cercata. Fino ad ora non era arrivata se non in Coppa Italia contro la Roma. Diciamo che la Roma ci porta bene. Il rigore? Pesava tanto. Come tutti i rigori. Ne ho sbagliati, a Cremona anche di più rispetto alle mie medie. Ma ne ho realizzati tanti ed essendo il più esperto era giusto lo tirassi io. È andata bene e sono contentissimo”. Un riscatto, dopo mesi di bocconi amari: “In certi momenti siamo stati inadeguati, brutti o sfortunati. Però siamo un gruppo di gente seria e questa è la cosa più importante”. La rincorsa alla salvezza torna possibile? “Intanto abbiamo fatto la prima vittoria. La speranza è che questa possa portarne altre. Sappiamo che è difficilissimo ma noi ci dobbiamo credere”.

Simone Arrighi

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