Cronaca

Carcere, aggressione ai poliziotti:
"Inaccettabili eventi di violenza"

Parla Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE)

Dopo quanto accaduto giovedì nel carcere di Cremona dove due Agenti di Polizia Penitenziaria sono stati aggrediti e un gruppo di detenuti ha dato vita ad una protesta in solidarietà ai protagonisti del pestaggio, interviene Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Durante l’abituale perquisizione ordinaria, due Agenti di Polizia Penitenziaria sono stati proditoriamente aggrediti da alcuni detenuti a calci e pugni e solamente dopo l‘intervento immediato di altri colleghi si sono evitate ulteriori conseguenze. Ricondotta la situazione alla normalità sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza, i due Agenti sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso del nosocomio cittadino e sono poi stati dimessi entrambi con dieci giorni di prognosi. In serata, poi, per solidarietà ai detenuti che avevano aggredito i due colleghi, altri ristretti non volevano rientrare nelle celle e solamente dopo l’intervento del direttore e di numerosi colleghi, richiamati in servizio, si è riusciti a stemperare la tensione e ripristinare l’ordine e la sicurezza nell’istituto. Il SAPPE esprime la propria solidarietà ai due poliziotti aggrediti e auspica in un celere intervento dell’Amministrazione sulle continue violenze al personale di Polizia Penitenziaria, soprattutto nel carcere di Cremona, in cui gli eventi critici sono all’ordine del giorno. Si tratta di inaccettabili eventi violenti conseguenza della grave situazione penitenziaria già ampiamente annunciata dal SAPPE, aggravata anche dalla mancanza di personale di Polizia nel carcere cremonese”.

Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri, “i gravi episodi avvenuti nel carcere di Cremona, che non hanno avuto un tragico epilogo grazie all’attenzione ed alla prontezza del personale di Polizia penitenziaria, riporta drammaticamente d’attualità la grave situazione penitenziaria. Quel che serve sono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Servono poliziotti e regole d’ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze”.

“Il personale di Polizia Penitenziaria non ha ancora ricevuto i previsti guanti anti-taglio, caschi, scudi, kit antisommossa e sfollagenti promessi dall’ex Capo del DAP Renoldi”, denuncia ancora Capece. “La situazione delle carceri lombarde e italiane, per adulti e minori, è sempre più allarmante per il continuo ripetersi di gravi episodi critici e violenti che vedono sempre più coinvolti gli uomini e le donne appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria. Donne e uomini che svolgono servizio nelle sezioni detentive senza alcuno strumento utile a garantire la loro incolumità fisica dalle continue aggressioni dei detenuti più violenti. Il taser potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza (anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola ad impulsi elettrici) ma la Polizia Penitenziaria continua a restarne sprovvisto”.

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