Cronaca

Lesioni stradali, la nuova norma:
Vittima risarcita, niente processo

Con l’introduzione della riforma Cartabia, cambia anche la procedibilità dei reati che riguardano gli incidenti stradali. Con la nuova norma, infatti, le lesioni stradali personali gravi o gravissime con prognosi dai 40 giorni in su diventano procedibili soltanto a querela di parte, mentre resta in vigore la procedibilità d’ufficio nei casi in cui ci siano circostanze aggravanti. Con il risarcimento danni avvenuto, poi, è possibile rimettere la querela, evitando in particolari circostanze a chi ha provocato un incidente stradale, di subire un processo penale. Si tratta di una riforma che da una parte riequilibra una situazione rimasta troppo a lungo sbilanciata in un eccesso punitivo a carico di chi causa un incidente stradale, e dall’altra evita l’intasamento dei processi per incidenti stradali senza circostanze aggravanti.

L’avvocato Gabriele Fornasari

Diverso, ovviamente, il caso di sinistri causati dai cosiddetti “pirati della strada”, o da chi guida in stato di ebbrezza alcolica o in seguito all’assunzione di sostanze stupefacenti, oltre a chi guida senza patente o dopo aver superato il doppio della velocità consentita. Solo con queste aggravanti, scatta la querela d’ufficio, facendo partire automaticamente il procedimento penale.

Le novità dettate dalla riforma si stanno vedendo anche a Cremona. Di oggi, ad esempio, il caso di un incidente stradale accaduto il pomeriggio dell’8 marzo del 2019 alla rotonda di piazza Cadorna tra la Ford Fiesta di una 35enne cremonese e la bici di un 79enne, finito in prognosi riservata in seguito all’impatto. L’anziano, proveniente dal centro diretto verso viale Po, una volta arrivato al centro della rotonda, sulla corsia delle auto, era stato urtato dalla macchina che da via Massarotti era diretta in via Giordano.

Per aver provocato al ciclista lesioni superiori ai 40 giorni, l’automobilista avrebbe dovuto subire un processo. Nel frattempo il ferito, che si è ormai ristabilito, ha ricevuto un congruo risarcimento, e la querela di parte non è stata sporta. Nei confronti della 35enne, quindi, il giudice Chiara Tagliaferri, senza necessità di istruire un processo, ha emesso sentenza di non doversi procedere per l’assenza delle condizioni di procedibilità. Se anche fosse stata sporta la querela, per accedere al risarcimento, la persona offesa avrebbe dovuto rimetterla.

Il legale della conducente, l’avvocato Gabriele Fornasari, ha sottolineato che la donna non aveva violato alcuna norma sulla disciplina della circolazione stradale, e ha prodotto la documentazione attestante non solo l’assenza della querela, ma anche l’impegno alla remissione in considerazione dell’avvenuto risarcimento del danno. “Nel caso di specie”, ha sostenuto l’avvocato, “per questo tipo di reato gli effetti deflattivi della riforma ben si coniugano con le esigenze di giustizia sostanziale, dal momento che l’assenza di aggravanti, la condotta dell’imputata e le condotte riparatorie già attestano come il perseguimento di questa fattispecie di reato non costituisca una reale necessità”.

Per l’avvocato Fornasari, “se, come prevede la riforma Cartabia, si va a perseguibilità soltanto con la querela di parte, per gli imputati è importante che la persona offesa venga risarcita, in quanto ciò consente di chiudere il processo penale. Ecco perchè l’aspetto del risarcimento visto come condotta riparatoria è così essenziale”.

Sara Pizzorni

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