Economia

Congiuntura, Confcommercio:
"Segnali contraddittori"

Prosegue anche a febbraio la fase “incerta” contrassegnata da segnali a volte contradditori dell’economia italiana. I dati della Congiuntura Confcommercio indicano il Pil in calo dello 0,4% su base mensile. L’aumento dei prezzi impatta sulla quantità e sulla qualità dei consumi alimentari.

Spiega Stefano Anceschi, direttore generale Confcommercio Provincia di Cremona: “Il rallentamento delle dinamiche inflazionistiche appare ancora limitato e non contiene l’erosione del potere d’acquisto di redditi correnti e ricchezza liquida, solo in parte compensata dall’intervento pubblico. Tutto questo alimenta le aspettative di un nuovo lieve ripiegamento della crescita nei primi mesi dell’anno in corso. Per quanto riguarda l’inflazione solo in autunno l’inflazione dovrebbe tornare su valori prossimi a quelli indicati come obiettivo dalla politica monetaria”.

La minor “dinamicità” dei consumi e le incertezze che gravano sul versante produttivo consolidano le attese di un primo bimestre debolmente negativo. A febbraio 2023, secondo le stime Confcommercio, il PIL è atteso ridursi dello 0,4% su base mensile con una crescita dello 0,6% sullo stesso mese del 2022. In presenza di un rimbalzo solo esiguo nel mese di marzo, il primo trimestre si dovrebbe chiudere con una lieve flessione mensile, confermando la “recessione tecnica”.

A gennaio 2023 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha evidenziato un incremento dell’1,0% sullo stesso mese del 2022. Il dato è sintesi di un aumento della domanda per i servizi (+9,0%) e di una flessione di quella relativa ai beni (-1,3%).

“Assistiamo ad una contraddizione tra piccoli segnali di ripresa a livello industriale a cui si contrappongono le difficoltà delle famiglie a proseguire nel percorso di recupero dei consumi, ancora distanti dai livelli del 2019 – commenta Andrea Badioni, presidente Confcommercio Provincia di Cremona- l’indicatore dei consumi ci conferma come il percorso per il ritorno ai livelli pre crisi sia lungo e non si concluderà, in molti casi, prima del 2024”.

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