Cultura

Manin, progetto Biblioteca
Incontro con il prof. Morandi

Continuano gli incontri con personaggi della cultura locale e non, promossi dal liceo Manin nell’ambito del Progetto Biblioteca. Ecco il resoconto dell’ultimo incontro via web tenutosi il 15 febbraio, scritto da Beatrice Chiara Sandrini, classe terza C Classico.

Mercoledì 15 febbraio il professor Matteo Morandi ha avuto modo di tornare, virtualmente, nella scuola nella quale si formò per condividere con gli alunni la storia di Alfredo Puerari, anch’egli studente, e poi insegnante, presso il medesimo istituto.

Matteo Morandi, laureato in Storia contemporanea e docente di Storia della Pedagogia all’Università di Pavia, nel suo libro Alfredo Puerari e il Cremonese 1715: un caso di educazione al patrimonio culturale, ha presentato una “fetta particolare” della storia di Cremona, ricostruendo i passi che hanno fatto di una sonnolenta città di provincia la capitale della liuteria.

“L’identità locale non è un dato che rimane stabile, ma che viene costruito” tramite operazioni  culturali che sono portate avanti da istituzioni o lungimiranti intellettuali – afferma lo scrittore. È questo il caso di Cremona: infatti, l’identità della città “attraverso lo specchio della liuteria” si è costruito nel corso del Novecento e grazie a questa impresa i violini sono tornati ad essere, dopo secoli in cui la tradizione liutaia si era eclissata, i simboli identitari della comunità. In particolare Alfredo Puerari, in qualità di presidente dell’Ente provinciale per il turismo, ebbe un ruolo importantissimo nel rilanciare il mito di Antonio Stradivari, del quale, nel 1961, “riportò in patria” il violino, in seguito chiamato Il Cremonese, di fatto dando origine alla preziosa collezione di archi oggi custodita presso il Museo del Violino.

Non è mancata una riflessione sulla figura del Puerari prima discente e poi docente: come studente egli maturò una profonda passione per l’arte e per la letteratura, “il suo spiraglio di libertà”, grazie anche al suo insegnante Diego Valeri. La funzione sociale che Puerari attribuì al suo ruolo di docente, in un periodo oscuro come quello del fascismo, emerge nel suo Diario di una persona comune, scritto all’indomani del 25 luglio 1943: tramite la trasmissione dei contenuti del programma, Puerari educava i suoi alunni a valori diversi da quelli del fascismo, così “una pagina dell’autobiografia dell’Alfieri sulla Prussia, o di Croce sulla libertà, mettevano aria e vita nell’aula, mantenevano desta ancora la speranza”. Ricordando che il bravo docente non è solo colui che padroneggia la materia, ma è soprattutto colui che riesce a trasmettere la passione ed insegnamenti che vanno oltre le ideologie.

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