Cremo, amati ancora
E credici perdutamente
Amami ancora, fallo dolcemente. Solo per un’ora perdutamente”. C’è tanto di questa Cremo nel coro intonato dagli oltre quattrocento tifosi grigiorossi sul sipario della notte di Torino. Perché il 2-2 sotto la Mole, come canterebbe la Nannini, “è qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto”. Che dà malinconia per quel vantaggio durato meno di cinque minuti ma… che vuoi farci è la Cremo, che vuoi farci è la vita in serie A.
Con l’ideale abbraccio tra campo e curva va in archivio la 23esima senza vittorie per una squadra che mai come all’Olimpico di Torino è andata vicina al colpaccio. Avanti 2-1 a un quarto d’ora dalla fine col sinistro rabbioso di Valeri, ripresa sul più bello con complicità ormai note.
Il monday night ha spaventato per l’incapacità di fare gioco nel primo tempo, chiuso dal Toro con un rigorino su Ilic monetizzato da Sanabria ma legittimato da un dominio territoriale granata e qualche prodezza di Carnesecchi. Meite non è un regista e dalla stanza dei bottoni finisce in doccia all’intervallo. Dal tunnel esce una Cremo a tre punte e cambia il vento gelido dell’Olimpico torinese. I biancolilla sferzano folate che Juric fatica a contenere, la densità in area granata aggiusta il pallone buono per Tsadjout che il primo gol in serie A lo fa con carezza al cuoio e bacio al palo.
La corte alla vittoria la Cremo inizia a farla con un paio di contropiede partiti bene e finiti male, fino al 74, minuto della sberla di Valeri, l’uomo del pari di Bergamo, quello delle esultanze sfrenate tra la sua gente. Tutto troppo bello per essere vero. Singo, tra i paletti biancolilla, tronca il sogno proibito della Cremo e nel finale Carnesecchi fa ammattire la Maratona blindando il pari. Arriva un punto dopo tre sconfitte consecutive. Un punto di ripartenza, per crederci ancora. Perdutamente.
Simone Arrighi