Cronaca

Violenza all'amazzone al maneggio
e i video choc. Pakistano a processo

Avrebbe abbracciato con forza, tentato di baciare e palpeggiato una giovane amazzone al maneggio di Rivolta d’Adda. Poi, a distanza di giorni, le aveva inviato video choc di cavalli maltrattati e di ragazzini che maneggiavano armi. Video minacciosi, per la vittima, che aveva deciso di sporgere denuncia. A processo con l’accusa di violenza sessuale è finito Asif, 30enne pakistano, che in quel maneggio ci lavorava come addetto alle scuderie: puliva le stalle e dava da mangiare ai cavalli. L’episodio risale al 10 luglio del 2021. Presunta vittima, parte civile attraverso l’avvocato Davide Montani, una giovane amazzone di 25 anni, all’epoca frequentatrice del maneggio di Rivolta insieme alla famiglia.

Quel giorno, verso le 18, la giovane, suo padre e sua madre avevano finito di cavalcare e stavano riponendo l’attrezzatura. “Siamo sempre noi a mettere via le nostre cose”, ha spiegato in aula il papà della ragazza, “ma quel giorno l’imputato mi ha preso la sella perchè voleva portarla  dentro lui. Mai avrei immaginato il perchè”.

In quel momento all’interno della selleria c’era la 25enne che in aula ha spiegato di essere stata avvicinata e abbracciata. “Mi ha stretto con forza fino a farmi mancare il fiato”, ha raccontato lei. “Guarda che fuori ci sono i miei genitori”, gli aveva detto, sperando di farlo desistere, ma l’imputato, incurante di tutto, sarebbe passato all’azione, palpeggiandola e cercando di baciarla. Lei aveva cercato in tutti i modi di divincolarsi, riuscendo alla fine a farlo spostare e a raggiungere l’uscita. “Il tutto sarà durato massimo un minuto”, ha ricordato la giovane, che ai genitori aveva riferito quanto accaduto solo una volta in macchina sulla via del ritorno a casa. “Ho aspettato perchè, conoscendo mio padre, temevo la sua reazione nei confronti di quell’uomo”.

“Sembrava una persona gentile, faceva il suo lavoro, salutava e basta”, ha raccontato il padre, che una volta venuto a sapere l’accaduto era fuori di sé. “Quando poi l’ho rivisto, l’ho minacciato di stare lontano da mia figlia”. Nell’ultimo periodo al maneggio cercava di aiutarmi con insistenza”, ha riferito a sua volta la giovane amazzone, “ma io gli ho sempre risposto che non mi serviva nulla. Mi ha proposto anche di prendere un caffè, ma io ho rifiutato”.

Di quanto accaduto, sia la vittima che il padre avevano avvertito il proprietario del maneggio. E da lì era emerso che l’imputato, tempo prima, aveva tenuto lo stesso comportamento con un’altra ragazza.

Ma l’uomo non si sarebbe fermato lì con la 25enne: riuscito con una scusa ad ottenere da una dipendente del maneggio il numero di telefono della ragazza, le aveva inviato dei video che le avevano destato non poca preoccupazione: nelle immagini c’erano dei cavalli legati, foto dei cavalli di proprietà della stessa giovane e dei video di ragazzini con in mano delle armi. Dopo aver ricevuto questi video, ad agosto la 25enne si era decisa a sporgere denuncia e l’imputato era stato allontanato dal maneggio.

L’uomo, assistito dall’avvocato Raffaella Parisi, si difenderà nel corso della prossima udienza fissata per il 16 maggio.

Sara Pizzorni

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