Spettacolo

Sanremo tra polemiche politiche e
provocazioni: stasera il gran finale

Mengoni dato per favorito. Se vincesse, sarebbe il terzo Festival in quattro anni a portare Cremona sul gradino più alto del podio, con il cremasco Davide Simonetta tra gli autori del brano "Due vite", dopo il 2020 di Edwyn Roberts che scrisse “Fai rumore” di Diodato e il 2022 di Michelangelo produttore di “Brividi” cantata da Mahmood e Blanco.

DALL’INVIATO A SANREMO Giovanni Rossi – È tutto pronto a Sanremo per la serata finale del Festival. Davanti al teatro Ariston centinaia di persone attendono urlanti, nella speranza di incontrare i loro beniamini.
Sole pieno e ancora qualche raffica di vento freddissimo. Nelle vie principali della cittadina ligure, prese d’assalto da giornalisti e turisti, risuonano i successi di questi giorni: il Festival è tornato quello di un tempo. Polemiche e scandali compresi.
Dalla politica arriva l’attacco a Fedez, esibitosi venerdì nella serata della cover. “Giorgia, legalizzala!”, ha urlato il rapper sul palco rivolgendosi alla premier Meloni. Fratelli d’Italia parla oggi di “killeraggio politico, chi sapeva di Fedez in Rai lasci. Mai la legalizzazione della cannabis”.
Ma a Sanremo si tratta solo di echi lontani che la piazza a malapena percepisce. “Vince Mengoni!”, il coro è praticamente unanime.
Cremona lo spera, perché nel team dell’artista c’è anche Davide Simonetta, il giovane talento di Bagnolo Cremasco ormai diventato una firma affermatissima nel panorama della musica leggera italiana. C’è lui dietro al testo e alla produzione di “Due vite”. In caso di vittoria di Marco Mengoni, questo diventerebbe il terzo Festival in quattro anni a portare Cremona sul gradino più alto del podio (nel 2020 Edwyn Roberts scrisse “Fai rumore” di Diodato, nel 2022 Michelangelo produsse “Brividi” di Mahmood e Blanco).
E chissà per chi farà il tifo Chiara Ferragni. L’imprenditrice cremonese stasera torna al Festival dopo la co-conduzione della prima serata. L’attenzione è massima su di lei: sugli abiti, sulle gag, sulle parole che usciranno dalla sua bocca e che ancora una volta saranno passate sotto la lente, una per una, dagli appassionati di Sanremo e non.
Guardia alta non solo per Ferragni, ma anche per la sicurezza. Dentro e fuori dal teatro Ariston i controlli sono stati potenziati: il pacco bomba rinvenuto nel tardo pomeriggio di venerdì (privo di un meccanismo di innesco, forse “solo” un gesto dimostrativo) ha aumentato l’allerta. Atteso in giornata anche un corteo degli anarchici; le camionette delle Forze dell’Ordine sono schierate sul lungomare dalle prime ore del mattino.

Il Festival giunge al termine, e lascia ai posteri un’edizione da record. Ascolti come quelli di quest’anno non si registravano dal 1995, storica annata condotta da Pippo Baudo la cui sigla lanciò un tormentone rimasto vivo nel tempo e mai vero come oggi: “Perché Sanremo è Sanremo!”

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