Cultura

Il romanzo storico spiegato
agli studenti del Manin

Lo scorso 7 febbraio all’interno del Percorso per le Competenze Trasversali e l’Orientamento proposto dalla Biblioteca del Liceo Manin, coordinato dalla Prof.ssa Ilaria Spotti, l’autrice Valeria Montaldi ha dialogato con gli studenti del Liceo prendendo le mosse dal suo ultimo romanzo “Il filo di luce”, ambientato nella Milano degli Sforza.
Dalle numerose domande degli alunni, che avevano lavorato sul testo insieme alla Prof.ssa Barbara Zagni, docente di Storia e Filosofia, è emersa una riflessione sul rapporto tra finzione e storia: l’autrice, giornalista oltre che scrittrice, grintosa come le donne da lei raccontate, ricorda ai nostri alunni come sia importantissima la fase dello studio in preparazione della stesura di un romanzo storico. Il regno della fantasia inizia là dove le fonti tacciono o mancano, dando vita a personaggi che si muovono con disinvoltura in un contesto storico ricostruito con precisione e anche con quella passione che viene dal profondo amore per la città nella quale l’autrice è nata, si è formata e lavora, quella Milano che fu rilanciata nel Quattrocento dalla lungimiranza dei suoi Duchi. Non è mancato un approfondimento sulle attività legate alla filatura della seta, fino al processo della tintura, attività al centro della narrazione che sono state vitali per le nostre campagne fino alla prima metà almeno del XX secolo.
Maria Bettoni, di 3C classico, saluta l’autrice con questa riflessione: “Ciò che mi ha colpita maggiormente, all’interno del romanzo, è stata la figura della protagonista, Margherita; il fatto che io stessa, ragazza adolescente del 2023, mi riesca facilmente ad immedesimare in una giovane donna della Milano del Quattrocento. Possiamo definirla, infatti, una figura “moderna” poiché anche lei, come tutte noi, cerca, ogni giorno, di conquistarsi la sua libertà, la sua autonomia. In un mondo in cui, ancora oggi, le donne devono continuamente lottare per raggiungere la propria indipendenza, per essere svincolate da figure maschili opprimenti, per essere “padrone di loro stesse”( la parola “autonomia” , infatti, deriva dal greco αὐτός “stesso” e νόμος “legge”, quindi letteralmente ha il significato di riuscire a “comandare se stessi”), una donna determinata del Quattrocento ci fornisce un importante insegnamento. Margherita ci dimostra, infatti, che solo coltivando le nostre capacità, solo sfruttando al meglio ogni opportunità, avremo la possibilità di trovare un nostro posto nel mondo del lavoro, mondo che rappresenta uno dei pochi mezzi per slegarsi dalla dipendenza economica e psicologica da un uomo. La ringrazio dunque perché questo libro mi ha reso veramente consapevole della fortuna che ho nel poter coltivare, ogni giorno a scuola, ciò che Margherita mi ha insegnato essere la mia più grande arma: la mia mente”.

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