Economia

Infortuni sul lavoro, Perboni:
"Dati molto preoccupanti"

La Cisl Asse del Po interviene sui dati Inail relativi agli infortuni sul lavoro, da cui emerge che “la Provincia di Cremona riscontra lo stesso trend sia rispetto al quadro nazionale che regionale in tema di salute e sicurezza, dove è in atto un peggioramento degli indicatori di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: crescono gli infortuni, ma soprattutto crescono gli accadimenti mortali” evidenzia Dino Perboni, Segretario Generale Cisl Asse del Po.

A livello nazionale gli infortuni sono stati 555.236 nel periodo gennaio-dicembre 2021 mentre nello stesso periodo del 2022 sono stati 697.773 con un aumento del 25,7%; a livello regionale nel 2021 gli infortuni sono stati 103.823 e nel dicembre del 2022 sono stati 131.692 con un aumento del 26,9%.

“Nel territorio cremonese, nel periodo gennaio a dicembre 2022, gli infortuni sono incrementati del 15,2% rispetto al 2021” fa sapere Perboni. “Infatti, si è passati da 4.613 denunce a 5.315 del 2022 con un aumento di 702 casi. Fatto ulteriormente allarmante sono gli infortuni mortali: da gennaio a dicembre 2021 sono stati 6, nello stesso periodo del 2022 sono stati 11 morti. Un aumento dell’83%! Quasi un morto al mese e un infortunio ogni 15 giorni. La fascia d’età più colpita dagli infortuni nel 2022, va dai 50 ai 54 anni che rappresenta il 13% del totale degli infortuni, così pure nel 2021; le donne rappresentano il 42% degli accadimenti infortunistici, mentre nel 2021 erano il 36%. I settori più interessati agli infortuni sono; industria; costruzioni; trasporti e magazzini; agricoltura; artigianato”.

In questo quadro drammatico, “si riscontra un rallentamento degli infortuni per il solo mese di dicembre 2022 rispetto al 2021: gli infortuni sono 321 nel dicembre del 2022 contro i 366 dello stesso periodo del 2021 per una contrazione degli eventi infortunistici del 16,8%. Nel dicembre del 2022 i morti sono stati zero mentre nel dicembre del 2021 furono 1.

E’ evidente che il trend complessivo è negativo, ossia da gennaio a dicembre del 2022 la situazione è peggiorata confrontata con il 2021, tuttavia l’inversione di tendenza riscontrata a dicembre del 2022 è un segnale importante che andrà verificato se questo si consoliderà anche nel 2023 oppure no.

In ogni caso i dati sono molto preoccupanti ed evidenziano che la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro non va affatto sottovalutata, anzi! Che l’obiettivo di azzerare gli infortuni e le morti sul lavoro è ancora lontano”.

A questo punto, secondo il sindacato, è bene guardare avanti. “Le azioni da intraprendere sono molteplici” spiega Perboni. “Da un lato si deve rafforzare gli ispettori dell’Ats e dell’Itl in modo da avere più ispettori che facciano i controlli e le sanzioni per chi non rispetta la legge, dall’altro vanno premiate le aziende che fanno della salute e sicurezza un primato della loro organizzazione del lavoro, introducendo la patente che riconosco a loro il merito e penalizzi le aziende che non si curano della salute e della sicurezza dei lavoratori, anche mediante l’esclusione perpetua dal sistema del appalti pubblici e privati. Inoltre, si deve accrescere l’informazione, la formazione e la prevenzione in tutti i posti di lavoro, così come vanno rafforzate le forme di coinvolgimento e partecipazione degli Rls. Infine, per accrescere l’educazione della salute e sicurezza, nel ciclo scolastico delle scuole superiori, vanno introdotti percorsi formativi sulla salute e sicurezza.

Questi dati drammatici, che necessitano appunto di politiche pubbliche, riscontrano, a livello territoriale, l’importante protocollo sottoscritto con la Prefettura di Cremona. Si tratta di un risultato molto significativo, dal quale può consolidarsi un’azione corale e sinergica non solo di tutte le istituzioni preposte al controllo e alla prevenzione in tema di salute e sicurezza, ma anche delle associazioni sociali sia sindacali che datoriali.

Per noi è un’azione Istituzionale Territoriale molto positiva sia per salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori, ma anche creare un argine contro i pericoli delle infiltrazioni criminose”.

 

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