Cronaca

Calcio, i locali contro l'ordinanza:
"Ingenti danni economici"

"Subito un tavolo di coordinamento per chiarire la situazione" dice l'associazione che stima tra i 20 e 25 mila euro di danni in un anno

Un danno stimato di 20 -25 mila euro in un anno. E’ questo il dato da cui parte la riflessione del presidente Fipe – Confcommercio Alessandro Lupi in merito alle ordinanze che colpiscono i locali della zona vicina allo stadio Zini in occasione delle partite casalinghe della squadra di calcio cittadina. “Non è nostra intenzione mettere in discussione la sicurezza dei tifosi e dei cittadini ma chiediamo da parte di Comune e Questura una maggiore lungimiranza nel gestire la situazione. Quanto fatto sino ad oggi fa acqua da tutte le parti” spiega Lupi, numero uno di Fipe-Confcommercio, il gruppo che rappresenta gli esercizi pubblici della Provincia di Cremona. “Sono il titolare di un esercizio che si trova vicino allo stadio, assieme ad altri due colleghi, titolari di altrettanti esercizi, siamo quelli colpiti in modo più diretto ma il problema riguarda anche un centinaio di esercizi della zona che subiscono ingenti perdite sia per la chiusura del transito sia per l’ordinanza di divieto di vendita degli alcolici che appare più una beffa che un intervento per la sicurezza”. Spiegano i vertici di Fipe-Confcommercio: “Ad alcuni di noi viene vietata l’attività, ad altri la sola vendita degli alcolici. Eppure, ad ogni partita, assistiamo ad una sorta di mercato nero con persone che si organizzano e vendono birre e alcolici direttamente sul piazzale portandoli da casa, con buona pace delle forze dell’ordine che devono occuparsi anche di questo, oppure vediamo tifosi che vengono serviti all’interno dello stadio nell’area Hospitality dove la somministrazione di alcol è concessa, mentre noi non possiamo fare il nostro lavoro”.

 

Fipe e Confcommercio tengono a ribadire l’assoluto interesse a contribuire alla sicurezza ma chiedono di vedere ascoltate anche le istanze di imprenditori e lavoratori della zona di Via Persico e non solo.“Le soluzioni ci sono – prosegue Lupi- Abbiamo provato a interfacciarci con il Comune e la Questura ma siamo ormai esasperati dal rimpallo di responsabilità rispetto ad una situazione che potrebbe essere gestita con più elasticità e lungimiranza invece che con l’intransigenza che non fa bene a nessuno dal momento che da un lato non viene rispettata e dall’altra causa ingenti danni economici a imprenditori, lavoratori e di riflesso ad un intero quartiere della città”.

La prima proposta avanzata da Fipe-Confcommercio è quella di rimodulare le ordinanze di chiusura al traffico in base al reale impatto delle singole sfide. Per alcune partite- spiega Lupi- sono state chiuse le strade durante l’orario di lavoro degli uffici vicino allo stadio, con grande disagio per i lavoratori e i clienti delle attività, ma poi i tifosi giunti in città sono stati pochissimi e non si sono nemmeno notati. Basterebbe una maggiore elasticità nel valutare le partite e pensare a chiusure modulate in base ai rischi e all’affluenza effettiva. Un’altra proposta avanzata dal presidente Lupi è relativa all’ordinanza di chiusura di alcune attività e al divieto di vendita degli alcolici: “Ne abbiamo parlato anche col Questore, in molte città d’Italia sono consentite le attività e si può vendere la birra con gradazione alcolica fino a 5 gradi. Crediamo sia un giusto compromesso tra la possibilità di fare il nostro lavoro servendo dal caffè alla birra, anche a chi non va allo stadio ma è nostro cliente abituale, e la sicurezza pubblica. Vorrei ricordare che non siamo qui solo per vendere ma possiamo anche contribuire alla sicurezza dei cittadini controllando e impedendo l’abuso di alcol – soprattutto da parte dei minorenni- cosa che certamente non fa chi vende le birre e gli acolici nel parcheggio in modo abusivo e contro l’ordinanza che prevede solo una multa irrisoria per chi contravviene al divieto”. Non è irrisorio il danno stimato per i locali: circa 25 mila euro per ogni stagione sportiva. A questo proposito Alessandro Lupi avanza una proposta all’amministrazione comunale: “Il comune potrebbe almeno venirci incontro abbassando la tassa dei rifiuti o concedendo altre forme di indennizzo, se proprio non riesce a ragionare in termini più lungimiranti”. A sostegno delle richieste di Fipe si schiera anche Andrea Badioni, presidente di Confcommercio Provincia di Cremona: “Ormai la nostra pazienza è finita. Da mesi veniamo rimbalzati da un ufficio all’altro senza poter avere un dialogo costruttivo. Quello che vogliamo è che ci si venga incontro con una gestione meno oltranzista ma più manageriale. E’ troppo facile chiudere tutto con ordinanze copia e incolla, a cui qualcuno riesce comunque a trovare una alternativa non proprio legale, anziché sedersi ad un tavolo e mediare affrontando il problema, con buon senso, in tutta la sua complessità”.

“Le soluzioni per conciliare tutti gli interessi degli attori in gioco ci sono”, sostiene Confcommercio che rilancia: “Vogliamo organizzare, presso la nostra sede, un tavolo di lavoro pratico con Questura, Prefettura e Comune, al fine di guardarci in faccia in modo corale e trovare una soluzione condivisa che metta d’accordo gli interessi del quartiere, della città, degli imprenditori e dei lavoratori. La squadra cittadina in serie A dovrebbe essere una grossa opportunità per tutti, nessuno escluso”

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