Cronaca

Tumore alla mammella, Asst Cremona:
"Si ammala una donna su otto"

L'equipe di oncologia dell'ospedale di Cremona

Il 4 febbraio è il World Cancer Day, la Giornata mondiale contro il cancro. Giunta alla ventitreesima edizione, è l’occasione per fare il punto su quanto e come è cambiato il modo di trattare questa patologia. All’Ospedale di Cremona vengono prese in carico ogni anno circa mille persone malate di tumore. L’approccio multidisciplinare e le nuove soluzioni terapeutiche in uso consentono una diagnosi precoce della malattia e – in determinati casi – la possibilità di trattarla con maggiore efficacia, ottenendo risultati incoraggianti in termini di aspettativa e qualità di vita.

L’Organizzazione Mondiale della sanità (OMS) conferma che il cancro è una delle principali cause di morte nel mondo. Nel 2020 ha portato a circa 10 milioni di decessi, segnando un trend in crescita. In base alle stime dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica, nel 2022 i tumori diagnosticati in Italia sono oltre 390mila, in aumento rispetto agli anni precedenti.

Sul territorio cremonese, il dato è in linea con quello nazionale: come afferma Matteo Brighenti, direttore pro tempore dell’Oncologia all’Ospedale di Cremona, «I tumori al polmone, al colon e alla prostata sono considerati i “big killer” per la popolazione maschile, mentre in quella femminile il tumore alla mammella è al primo posto, seguito da polmone e colon».

Inoltre, negli ultimi quindici anni, si è passato da 2 milioni e mezzo di cittadini italiani con una pregressa diagnosi di tumore a circa 3,6 milioni nel 2020, pari al 5,7% della popolazione italiana. “Ci sono anche delle buone notizie – prosegue Brighenti – La mortalità per tumore a livello mondiale è calata del 33% negli ultimi 30 anni (Cancer Statistics 2023- CA Cancer J Clin 2023). Questo rispecchia il miglioramento nei trattamenti e nei programmi di diagnosi precoce (screening), che ci permettono d’individuare i tumori con maggiore precisione e in tempi utili”.

Dalla fine del 2022 presso l’Anatomia Patologica dell’Ospedale di Cremona (diretta da Marco Ungari) si effettua la profilazione genomica approfondita tramite Next Generation Sequencing (NGS), che consente uno studio migliore delle caratteristiche del tumore per valutare eventuali terapie mirate (target therapy) e trattare le neoplasie nel modo più efficace possibile.

Grande efficacia è stata riscontrata nell’uso dell’immunoterapia, che ha aumentato e migliorato la sopravvivenza a lungo termine e la qualità della vita nei pazienti con diversi tumori solidi, portando in molti casi alla cronicizzazione della malattia. Come spiega Brighenti, «questo tipo di terapia fa leva sulle capacità del sistema immunitario di curare le patologie tumorali. È usata in modo diffuso su diversi tipi di neoplasie e risulta particolarmente efficace su melanomi, tumori al polmone, al rene e altri sottotipi. Ad esempio, nel melanoma trattato con la migliore combinazione di farmaci immunoterapici, la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è passata dal 5 al 50 per cento».

Dal 2015 ad oggi, all’Ospedale di Cremona sono circa trenta i pazienti che proseguono le cure con questo tipo di terapia. “La somministrazione avviene per via endovenosa, con effetti collaterali moderati e sicuramente non paragonabili alla tradizionale chemioterapia, che in certi casi può essere sostituita da questo approccio”, aggiunge Brighenti. “Anche in caso di malattie particolarmente aggressive, l’immunoterapia è in grado di cronicizzare il tumore. Se combinata alla terapia target, riduce fino al 50 per cento il rischio di recidiva”.

L’aumento delle nuove diagnosi trova riscontro anche nel reparto di Patologia Mammaria dell’Asst di Cremona: “se prima del 2015 si stimava che una donna su 12 si ammala di tumore alla mammella durante la vita, ora una ogni otto”, commenta il direttore Daniele Generali. “A Cremona, nel 2022 abbiamo trattato circa 220 nuove pazienti, effettuato circa 3 mila visite oncologiche ed erogato 3500 terapie oncologiche per tumori femminili”.

“Senz’altro le procedure diagnostiche sono migliorate – aggiunge Generali – consentendoci di individuare tumori sempre più piccoli, ma il miglioramento più significativo riguarda la strategia terapeutica. Negli ultimi due anni, l’uso di nuovi farmaci a bersaglio molecolare ha avuto riscontro positivo sulla sopravvivenza delle pazienti, permettendo in determinati casi di curare il tumore senza ricorrere alla chemioterapia, o comunque di ritardarne l’uso, migliorando notevolmente la qualità di vita».

Come sottolineano Brighenti e Generali, il contrasto alle patologie neoplastiche necessita di un approccio multidisciplinare e richiede interventi coordinati e sinergici a più livelli, dalla prevenzione al miglioramento del percorso complessivo della presa in carico del paziente. Oltre all’oncologo, per la cura di ogni singolo paziente vengono coinvolti gli anatomopatologi, i chirurghi, i radiologi, i radioterapisti e i rispettivi specialisti d’organo. Ciò aiuta a dare una visione tridimensionale de problema sia al momento della diagnosi sia nel percorso di trattamento, in cui il confronto tra i diversi specialisti permette di scegliere la strada migliore.

Oltre agli screening, la prevenzione inizia dalla scelta di un corretto stile di vita: “In Italia – aggiungono gli specialisti – il 33% degli adulti è in sovrappeso, il 10% obeso e i sedentari sono aumentati dal 23% al 31% nel giro di quattordici anni (dal 2008 al 2022). Inoltre, benché il numero di fumatori sia in calo, ancora un italiano su quattro fuma; quest’abitudine è considerata alla base del preoccupante aumento dei casi di neoplasie polmonari tra le donne”.

Gli stili di vita scorretti sono ritenuti responsabili dell’insorgenza di almeno il 30% di tutti i tumori. Evitare il fumo, ridurre il consumo di alcol e alimentarsi correttamente prediligendo una dieta equilibrata e riducendo il consumo eccessivo di carne e insaccati sono alcuni tra gli accorgimenti che possono influire notevolmente sulla nostra salute, riducendo la possibilità di sviluppare neoplasie.

 

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