Cronaca

Addio allo storico industriale
cremonese Vito Zucchi

Vito Zucchi (Foto Mondo Padano)

Si è spento ieri, martedì 31 gennaio, Vito Zucchi, storico industriale cremonese e uomo di punta dell’omonimo oleificio. Aveva 82 anni. Lascia la moglie Ermiresa e i figli Alessia e Giovanni.

Era entrato a 23 anni in Oleificio Zucchi, che allora era di proprietà dello zio Comm. Gianni Zucchi, e aveva ricoperto diversi ruoli di crescente responsabilità all’interno dell’organizzazione. Ne era diventato consigliere delegato nel 1984. Sotto la sua guida, l’azienda è stata aggiornata alle più recenti conoscenze tecnico-impiantistiche, riuscendo così a rispondere al meglio alle esigenze di mercato, in termini di qualità del prodotto e di impatto ambientale

Dal 1996 ha continuato a ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio di Amministrazione e consigliere delegato, mentre nel 2012 ha passato il testimone operativo ai figli Giovanni e Alessia, restando però nel Cda.

Ma Vito Zucchi è stato anche molte altre cose per la città. Ha risieduto anche nel Cda della Società Finzucchi S.r.l. E’ stato Membro, per oltre 15 anni, della Commissione Prezzi dell’Associazione Granaria di Milano e, dal 2011 al 2013, ha ricoperto il ruolo di membro esterno del Consiglio di Territorio Lombardia Est, costituito da Unicredit S.p.A.

Dal 2004 al 2016 è stato presidente della Fondazione Banca Popolare Italiana di Cremona e dal 2015 è stato anche consigliere della Fondazione Teatro Ponchielli di Cremona, su nomina del sindaco, dove ha ricoperto, precedentemente per due mandati, la carica di vice presidente e della cui costituzione è stato uno dei promotori.

Attivo fin da giovane nell’Associazione Industriali di Cremona, ha svolto all’interno di essa svariati incarichi e ne è stato presidente dal 2001 al 2005. E’ stato inoltre membro e, in seguito, vice presidente (2003-2005) del consiglio direttivo e membro del Comitato Ristretto di Confindustria Lombardia, rappresentando la giunta a livello regionale. E’ stato socio del Lions Club di Cremona e socio fondatore di quello di Soresina.

Non gli sono mancate le onorificenze: nel 1977 è stato nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e nel 1985 gli è stata conferita l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

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