Covid sul lavoro: in 3 anni a Cremona
20 denunce per infortuni mortali
Sono 73.985, il 23,5% delle 315.055 in tutta Italia, le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 pervenute in quasi tre anni all’Inail in Lombardia, 210 quelle con esiti mortali. A Cremona le denunce sono state 2.795, di cui 20 per infortuni mortali. 2110 denunce riguardano lavoratrici donne, mentre 685 gli uomini. Il numero maggiore, 1.260, si è registrato nella fascia di età tra i 50 e i 64 anni, seguito da 1.023 nella fascia tra i 35 e i 49 anni. Alto, per Cremona, il numero dei decessi: 20, preceduto dai 56 di Bergamo, che ha pagato il prezzo maggiore, da Milano con 55 e da Brescia con 32. Ed è proprio Brescia, per quanto riguarda le denunce, ad aver rilevato negli ultimi due mesi del 2022 il maggior incremento: + 7,1% rispetto ad una media regionale del 3,2%. Subito dopo Brescia ci sono Cremona, con un +4,3%, e Monza e Brianza con la medesima percentuale.
A livello regionale l’analisi evidenzia che le denunce pervenute da inizio pandemia afferiscono per il 53,8% al 2020, per il 13,5% al 2021 e per il 32,7% al 2022 (già a marzo 2022 si era superato il numero di contagi dell’intero anno 2021). Dopo il 2020, caratterizzato dalle ondate di marzo-aprile e di fine anno, il 2021 ha avuto, sia a livello regionale che nazionale, un andamento decrescente con numeri contenuti nei mesi estivi, una ripresa del fenomeno a fine anno e una forte accelerazione a gennaio 2022, seguita da un andamento altalenante. Gli andamenti delle denunce nella regione sono in linea con quelli nazionali, ma con una diversa intensità: sensibilmente superiore alla media italiana in occasione della prima ondata (marzo-aprile 2020), simile o inferiore successivamente.
Per quanto riguarda gli eventi mortali, dei 210 decessi complessivi, il 90% si concentra nel 2020 e il 9% nel 2021, con 2 casi nel 2022.
L’indagine rivela anche le categorie professionali più esposte al contagio: il 70,8% delle denunce si concentra nella sanità e nell’assistenza sociale, il 4,8% nelle attività manifatturiere, il 4,7% nel trasporto e magazzinaggio, il 4,1% nei servizi alle imprese, il 2,4% nei servizi di alloggio e ristorazione. Un decesso su quattro riguarda il personale sanitario e assistenziale (infermieri, medici, operatori sociosanitari). Tra i più coinvolti, anche impiegati, conducenti professionali e addetti alle vendite.
Sara Pizzorni