Spettacolo

"Napoli Milionaria!" chiuderà
la stagione d'opera al Ponchielli

Una proposta originale e insolita andrà in scena al Teatro Ponchielli, a conclusione del cartellone Opera il 20 e 22 gennaio.
Napoli Milionaria!, ultima opera del grande compositore milanese Nino Rota, tratta dalla commedia omonima di De Filippo, vide la luce nel 1977 a Spoleto, con la regia dello stesso Eduardo.

Accolta freddamente dalla critica, è stata fortunatamente rivalutata e fa ormai parte del repertorio lirico più rappresentato della seconda metà del secolo scorso, anche grazie a questa produzione del Festival della Valle D’Itria che i Teatri di OperaLombardia hanno deciso di riproporre. Alla famosa opera cinematografica e teatrale di De Filippo, Nino Rota affianca sonorità che vanno dalla canzone napoletana al verismo, dal jazz al musical, con l’inconfondibile talento melodico che ha portato Rota ad essere uno dei più affermati compositori di musiche per il cinema.

Napoli milionaria! è prima di tutto una gran bella commedia di Eduardo De Filippo, una commedia che quasi tutti abbiamo visto, se non in teatro in televisione, o al cinema con il grande Totò” commenta il regista Arturo Cirillo. “Ma da ques0ta storia, divenuta quasi epica, l’autore pensò pure di trarne un libretto per un’opera, musicata da Nino Rota, e che noi ripresentiamo, dopo molti anni dal suo debutto al Festival di Spoleto.

Certo nel passaggio dal testo drammaturgico al libretto d’opera varie cose mutano: la lingua che è più italianizzata, l’ironia che è meno presente, la vicenda stessa che prende risvolti diversi. Ma quello che resta inalterato è il profondo rapporto che questa vicenda ha con il teatro. In cui i cantanti sembra quasi che recitino più che cantare, e in cui la musica diviene l’elemento di maggiore narrazione, più che le parole. Ecco allora apparire la contrapposizione tra il vicolo vociante e litigioso, e l’interno di casa Jovine; ecco il bombardamento che assume caratteri quasi apocalittici; ecco l’America che arriva con tutto il suo retaggio musicale.

Così Rota attraverso De Filippo narra una vicenda tra Brecht e Tennessee Williams, in cui il Novecento c’è tutto; con il suo melò e il suo straniamento, in un gioco di generi a cui i personaggi sono volta per volta costretti a ‘intonarsi’. Lo spettacolo stesso si intona a questa natura ondivaga della musica, divenendo a volte realistico, altre epico, altre ancora quasi un musical.

Ma queste forme di teatro non smettono mai di narrare la semplice e triste vicenda degli uomini alle prese con la Storia, che non sa nulla delle loro singole vicende personali; fatte di reduci inascoltati, ragazze sedotte e abbandonate, madri divenute amorali, più che immorali, figli che muoiono così per caso. E allora l’umanità più che dover «passare a nuttata» sembra che debba solo addormentarsi, cullata sulle note di una tragica ninna nanna, che una madre dolente canta al figlio morto; addormentarsi per non pensare, e non conoscere la volgarità e lo scandalo della realtà”.

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