Politica

Regionali: raccolta firme per Mara
Ghidorzi candidata di Unione popolare

La candidatura è da vera outsider tra quelle di Fontana, Majorino e Moratti: Mara Ghidorzi è la candidata alla presidenza di regione Lombardia per Unione Popolare, il raggruppamento della Sinistra che si propone come unica e vera alternativa politico-sociale al di fuori dei blocchi di centrodestra e centrosinistra nelle elezioni del 2 e 13 febbraio. Questa mattina si trovava a Cremona, in piazza Stradivari, per parlare del programma e raccogliere le firme che servono per poter partecipare alla competizione elettorale: 8000 a livello regionale, 500 in provincia di Cremona, trattandosi di una forza politica non presente in consiglio regionale. Una raccolta per nulla semplice, considerati il periodo di festività e la stagione.

 “Ho accettato di rappresentare Unione Popolare nella regione più ricca di Italia – afferma Ghidorzi –  dove però sono anche più ampie le diseguaglianze in termini di reddito, qualità della vita e opportunità, e dove c’è il più alto tasso di inquinamento ambientale.
Sono nata il 25 aprile 1981, un giorno di cui vado fortemente fiera e che in qualche modo ha segnato la mia direzione civica e politica.
Ho una laurea in Sociologia e ho poi perfezionato la mia formazione nel campo delle politiche di genere, sia tramite percorsi accademici che a livello politico e sociale: il femminismo ha profondamente influenzato il mio agire politico e credo fortemente che diritti sociali e diritti civili debbano essere fra loro interconnessi senza gerarchie.

Lavoro come progettista e ricercatrice su tematiche legate all’inclusione socio-lavorativa, la cittadinanza attiva e la parità di genere”.

Quattro le parole chiave che usa per autodefinirsi:  transfemminista, antifascista, ambientalista e anticapitalista.
“Questi concetti – afferma – che possono sembrare semplici slogan hanno in realtà un concreto campo di applicazione nelle scelte politiche regionali:
– Prevenzione e Salute: abolizione di tutte le controriforme che hanno privatizzato la sanità rendendo la salute una merce finalizzata al profitto delle grandi aziende ospedaliere. Reinvestire su una seria politica sanitaria pubblica, basata sulla prevenzione che è molto meno costosa ma più efficace sul lungo periodo.
– Diritti: potenziamento dei consultori pubblici e laici, chiusura dei CPR e sviluppo di politiche di accoglienza e inserimento sociale per le e i migranti, apertura di case rifugio per le persone lgbtqi+ vittime di discriminazione e investire maggiormente nei centri antiviolenza.
– Ambiente: la cura e la tutela del territorio, stoppando il consumo di suolo e la cementificazione selvaggia (anche travestita da finti boschi verticali): il verde, i parchi. Investire sul trasporto pubblico locale che sia efficiente ed economico ad un costo scaglionato in base alle fasce di reddito.
– Casa: la gestione Aler va totalmente azzerata. È necessario riqualificare l’esistente patrimonio pubblico e riconvertire ad edilizia residenziale pubblica i tanti edifici dismessi presenti sul nostro territorio, per venire incontro alla crescente emergenza abitativa causata dalla speculazione immobiliare.
– Lavoro e formazione professionale: abolire il sistema a Dote per le politiche attive, che non garantisce l’occupabilità delle persone più fragili ma che invece è un modo per arricchire le agenzie private per il lavoro. Potenziare le risorse, gli spazi e il personale dei centri per l’impiego pubblici. Reinvestire sui Centri di Formazione Professionale pubblici che sono stati negli anni sempre più depotenziati o dismessi. Va inoltre garantita un’equa retribuzione nei tirocini, anche curriculari.
Voglio mettere a disposizione le mie competenze per un progetto di rilancio inclusivo della Lombardia che metta al centro la giustizia sociale, economica e ambientale e garantisca a tutte e tutti una vita dignitosa.
Contro un modello che vede la povertà come una colpa e che rende la bellezza un privilegio per pochi, noi rilanciamo un programma che parla al paese reale”.

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