Cronaca

Grandi Pastai, a rischio lo stabilimento
di Sesto: scatta la mobilitazione

Foto Sessa

C’è anche l’ipotesi chiusura per lo stabilimento Grandi Pastai Italiani di Sesto Cremonese ed Uniti. A denunciare la situazione sono la Fai Cisl Asse del Po e della Flai Cgil Cremona, unitamente alla RSU dello stabilimento che “vogliono far comprendere cosa sta accadendo, sulla vita dei lavoratori di questo stabilimento, e chiedere il sostegno all’opinione pubblica e della cittadinanza riguardo la drammatica situazione venutasi a creare in questa sede produttiva, che fa parte del gruppo industriale Di Martino produttori di pasta”.

“Da circa un anno – spiegano – , nei numerosi incontri sindacali, la Direzione aziendale ci aveva espresso più volte la pesante crisi finanziaria, ma non produttiva, in cui l’azienda si trovava, e che noi abbiamo costantemente attenzionato. Il 6 dicembre scorso la Direzione aziendale, ci comunicava il fermo produttivo programmato dal 16 dicembre al 8 gennaio per manutenzione straordinaria e messa in sicurezza del sistema antincendio. In realtà dal 17 dicembre e nei giorni successivi è iniziato lo smantellamento e il trasporto in altra sede di alcune linee produttive! Senza che tutto questo fosse stato oggetto di confronto e tanto meno di comunicazione alle RSU di stabilimento e alle Organizzazioni Sindacali. A seguito di questo episodio abbiamo immediatamente chiesto un incontro e il 22 dicembre, nella riunione, ci è stato comunicato che la Proprietà sta valutando, fra le varie opzioni, l’ipotesi di una chiusura definitiva di questa sede produttiva”.

I sindacati quindi sottolineano: “Riteniamo inaccettabile questa modalità di azione non solo poco trasparente, ma soprattutto irrispettosa nei confronti dei lavoratori e del loro impegno a far funzionare al meglio questo stabilimento nel nostro territorio. Questa possibile azione non solo non considera le pesanti ricadute su tantissime lavoratrici e lavoratori e sulle loro famiglie e toglierebbe un’importate sito produttivo nella nostra Provincia. Questo è inaccettabile: la Proprietà si deve assumere la propria responsabilità sociali d’impresa, e non può lasciare sul lastrico famiglie e lavoratori come se nulla fosse. Questo comportamento conferma l’insensibilità delle ricadute sociali da parte della Proprietà aziendale e della sua totale inaffidabilità ai numerosi tavoli di confronto sindacale”.

“A tutela dell’occupazione degli oltre 40 lavoratori coinvolti e della loro dignità – annunciano – inizia da subito la nostra mobilitazione a partire dal presidio unitario convocato per mercoledì 28 dicembre, dalle ore 10:00 alle ore 12:00 davanti allo stabilimento. Inoltre, coinvolgeremo tutte le sedi istituzionali, alle quali chiediamo fin da subito di stare al nostro fianco a difesa della dignità delle lavoratrici e lavoratori e dell’occupazione nella nostra Provincia”.

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