Cronaca

Dai fatti violenti di Ferie ai 14 arresti
di oggi: un anno e mezzo di indagini

Un’indagine dei Carabinieri di Cremona, agli ordini del colonnello Giuliano Gerbo, che ha preso avvio dopo la violenta aggressione del 4 maggio dell’anno scorso nelle campagne di Ferie di San Bassano e Crotta d’Adda, quella che stanotte ha portato all’esecuzione di custodia cautelare nei confronti di 14 cittadini nordafricani, alcuni già in carcere, in diverse province d’Italia. Sei di loro sono stati rintracciati nelle abitazioni o nelle carceri in cui erano reclusi, arrestandoli e accompagnandoli presso gli istituti di pena di Milano, Lecco, Treviso e Avezzano. Altri otto sono in corso di localizzazione in quanto senza fissa dimora o nel frattempo rientrati nei paesi di origine. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Cremona hanno già attivato le procedura di ricerca anche all’estero. Nel complesso l’attività di indagine ha permesso di identificare e di indagare in stato di libertà anche altre 27 persone dedite allo spaccio, tutte nordafricane, nonché di segnalare all’autorità amministrativa 70 acquirenti.

Come si diceva, l’indagine aveva preso avvio a seguito di una violenta aggressione avvenuta il 4 maggio 2021 nelle campagna cremonese quando un cittadino straniero era rimasto vittima di violente percosse ed era stato rapinato da una decina di connazionali per motivi inerenti il controllo del traffico di sostanze stupefacenti. Quel giorno i militari erano stati informati della presenza di un uomo ferito nei pressi di una cascina.  L’uomo era stato trovato dopo una battuta di ricerca tra la vegetazione lungo la sponda del fiume Adda in fin di vita, ferito con un martello e con pugni su varie parti del corpo riportando la frattura di un arto, ferite varie e un trauma cranico. Gli aggressori si erano anche impossessati del suo telefono cellulare e del suo portafoglio.

La sera del 20 giugno 2021, a Crotta d’Adda, un altro straniero, dopo ad essere stato minacciato con una pistola e con un coltello da alcuni connazionali, aveva cercato la salvezza gettandosi da un ponte nelle acque del sottostante fiume riuscendo a scappare agli aggressori con cui, poco prima, aveva partecipato alle attività di spaccio di droga.

L’indagine è stat convenzionalmente chiamata “Maishish”, dalla crasi delle parole mais – i campi luogo abituale di spaccio e hashish  – la sostanza più venduta. gbiagi

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...