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Spiagge libere, quante e dove sono: in alcune località tutte in concessione

(Adnkronos) – Non sono tutte piene di tossici e di rifiuti e non sono neanche tantissime, soprattutto in alcune Regioni. Le spiagge libere, che il ministro del Turismo Daniela Santanché, fino poco tempo fa co-proprietaria del celebre Twiga di Forte dei Marmi, vorrebbe fossero assegnate in concessione perché “dove ci sono rifiuti e tossicodipendenti, nessuno pensa a tenerle in ordine”, tornano sotto i riflettori. 

Secondo un recente report di Legambiente, ‘Spiagge 2022’, è un mix di fattori a penalizzare le spiagge libere: la crescita in questi anni delle concessioni balneari che toccano quota 12.166, l’aumento dell’erosione costiera che riguarda circa il 46% delle coste sabbiose, con i tratti di litorale soggetti ad erosione triplicati dal 1970, e il problema dell’inquinamento delle acque che riguarda il 7,2% della costa sabbiosa interdetto alla balneazione per ragioni di inquinamento.  

Il dato sui canoni di concessioni, rileva Legambiente, è fermo al 2021. Sono 12.166 le concessioni per stabilimenti balneari, secondo i dati del monitoraggio del Sistema informativo demanio marittimo (S.I.D.), effettuato a maggio 2021.  

In alcune Regioni si registrano veri e propri record a livello europeo, come in Liguria, Emilia-Romagna e Campania, dove quasi il 70% delle spiagge è occupato da stabilimenti balneari. Nel Comune di Gatteo, in Provincia di Forlì e Cesena, tutte le spiagge sono in concessione, ma anche a Pietrasanta (LU), Camaiore (LU), Montignoso (MS), Laigueglia (SV) e Diano Marina (IM) sono sopra il 90% e rimangono liberi solo pochi metri spesso in prossimità degli scoli di torrenti in aree degradate. 

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