Spettacolo

Ettore Pagano e Orchestra
Monteverdi Festival al Ponchielli

Una promessa della musica, il diciannovenne violoncellista Ettore Pagano, che proprio a giugno 2022 si è aggiudicato il primo premio assoluto al 18° Khachaturian Cello Competition di Yerevan (Armenia), sarà protagonista con l’Orchestra Monteverdi FestivalN Cremona Antiqua diretta da Antonio Greco, di una serata unica mercoledì 14 dicembre (ore 20.30).
Un programma con brani di grandi autori: Bach, Haydn e Mozart che verranno eseguiti con strumenti antichi.
Un’occasione per assistere a un concerto singolare e ascoltare una stella nascente del violoncello.

Le opere di Haydn, Johann Christian Bach e Mozart vengono solitamente eseguite con strumenti moderni, perché gran parte di queste opere, a differenza di quelle antiche e barocche, sono state suonate con continuità dall’epoca della scrittura ad oggi. In questo modo gli stilemi di contemporaneità che via via si sono stratificati in questo lasso di tempo, hanno fatto sì che la cifra stilistica dell’epoca si sia pian piano diluita, allontanandosi dall’originale.
L’uso in concerto di strumenti originali dell’epoca classica e primo romanticismo, o loro copie, montati secondo canoni di fine 700 o inizio 800, utilizzando archi storici del periodo classico – unito alla competenza dei musicisti coinvolti, specialisti di questo repertorio e dell’uso di tali strumenti – permette il riaffiorare del suono originale di questa musica in tutta la sua bellezza, scintillio, colore, respiro e fraseggio. Questo repertorio fu scritto seguendo regole codificate, che un arco moderno più pesante e uno strumento moderno con montatura e accordatura diverse – forieri di maggiore potenza ma minore intimità di suono – non sono in grado di rispettare in pieno.
Pur non ritenendo che questo tipo di esecuzione sia l’unico corretto, è innegabile che questi elementi concorrano ad un fondamentale cambiamento di paradigma nel linguaggio, capace di generare un’esperienza di ascolto totalmente nuova e inaspettata all’orecchio del pubblico contemporaneo. Una novità, insomma, da inserire nei programmi di concertistica.

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