Prestanome per auto "fantasma" utilizzate
per rapine: denunciata una coppia
Truffa ai danni dello Stato e falsità ideologica in atti pubblici, con queste accuse sono stati denunciati due coniugi che avevano orchestrato un giro d’affari basato sulla compravendita di auto frodando il fisco e agevolando altri soggetti a compiere furti in abitazione e rapine. L’indagine dei carabinieri di Cremona è partita proprio da una rapina di cui era rimasto vittima un uomo della provincia di Brescia: due donne gli avevano sfilato con violenza il Rolex ed erano scappate con un’auto della quale la vittima aveva preso il numero di targa, che aveva poi fornito ai carabinieri quando aveva presentato la denuncia.
I Carabinieri della provincia di Brescia, grazie alle banche dati, hanno scoperto che l’auto era intestata a una donna di Cremona e hanno
chiesto ai colleghi di sentirla per sapere chi avesse in uso l’auto il giorno della rapina. La donna ha riferito di essere titolare di una società di compravendita di auto e di essere intestataria di numerosi veicoli, ma di non sapere dove fossero i mezzi perché tutte le attività della
sua società sono gestite dal marito. Ha riferito solamente di firmare la compravendita di veicoli presso le agenzie di pratiche automobilistiche, ma di non sapere che fine facessero le auto.
Ulteriori accertamenti hanno evidenziato che la donna risulta effettivamente titolare della ditta di compravendita e il marito un dipendente: stranamente per entrambi risulta un reddito quasi pari a zero.
La donna è risultata intestataria di ben 41 veicoli, di cui però sia lei che il marito non hanno saputo fornire alcuna informazione su chi ne abbia la disponibilità: in pratica gli effettivi utilizzatori non possono essere identificati. Appurato invece che molti di questi veicoli sono stati utilizzati per commettere reati contro il patrimonio, come furti agli anziani, furti in abitazione e rapine.
La coppia, utilizzando i dati della donna, avrebbe quindi indotto in errore i pubblici uffici che hanno effettuato le trascrizione, aggiornando i documenti di circolazione, consentendo ai veri utilizzatori di muoversi indisturbati sul territorio nazionale. Avendo aperto la partita IVA, simulando l’attività di commercio di auto e intestando alla donna i veicoli i due avrebbero anche procurato un ingiusto profitto agli utilizzatori avendo omesso di pagare l’imposta provinciale di trascrizione al PRA relativa ai passaggi di proprietà, per un totale di oltre 12.000 euro.
Inoltre, molte auto sono risultate prive di copertura assicurativa e sono state oggetto di numerose sanzioni al codice della strada per migliaia di euro oltre a multe da autovelox e Ztl o mancati pagamenti di pedaggi autostradali.
A conclusione di questi approfondimenti investigativi è stato chiesto il blocco anagrafico per persone e società in modo da vietare qualsiasi altro trasferimento di proprietà. La coppia è stata quando denunciata.