Cronaca

Covid a scuola, contagi in calo
tra alunni e personale scolastico

Calano i casi di Covid nelle scuole del territorio. Questo quanto emerge dall’ultimo report pubblicato da Ats Val Padana, secondo cui sono 114 gli studenti positivi, contro i 129 della settimana precedente. Tra il personale scolastico gli infetti sono 30 (contro i 55 della precedente rilevazione) e le classi in autosorveglianza scendono a 73.

“Le informazioni riportate in tabella rappresentano, rispetto alla scorsa settimana, un decremento complessivo dei nuovi casi in ambito scolastico ad eccezione dei servizi educativi e della scuola dell’infanzia nonché della scuola secondaria di primo grado” evidenzia la referente covid per le scuole dell’Ats Val Padana, Laura Rubagotti. “Le nuove infezioni da Sars-CoV-2 sono diminuite tra gli alunni della scuola primaria, della scuola secondaria di secondo grado e tra il personale scolastico”.

Sebbene non vi sia più l’obbligo di indossare le mascherine nei luoghi pubblici e dal 1° ottobre neppure sui mezzi di trasporto pubblici compresi i mezzi adibiti al trasporto scolastico, l’Ats continua comunque a raccomandare le misure igienico-sanitarie utili a mitigare il contagio, quali il lavaggio frequente delle mani, l’utlizzo di soluzioni idroalcoliche e l’areazione degli spazi scolastici. “Queste accortezze risultano essere anche un atto di protezione nei confronti dei soggetti più fragili con i quali si può entrare in contatto” evidenzia Rubagotti.

Per quanto riguarda l’ambito scolastico, le regole vigenti impongono l’isolamento per cinque giorni solo per i soggetti risultati positivi al tampone (molecolare o antigenico). Per il rientro a scuola è necessario l’esito negativo del test antigenico e/molecolare fatto in strutture abilitate. “Chi ha avuto contatti stretti con un soggetto positivo, anche in ambito famigliare, deve osservare un periodo di autosorveglianza di dieci giorni successivi all’ultimo contatto con obbligo di indossare la mascherina Ffp2; in caso di insorgenza di sintomi ci si deve rivolgere al proprio pediatra o medico curante” conclude Rubagotti.

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