Uccise la madre al Cambonino
Via al processo in Assise
Leggi anche:
Lunedì prossimo in Corte d’Assise a Cremona, presieduto dal presidente del tribunale Anna di Martino, da un giudice togato e da sei giudici popolari, si aprirà il processo per omicidio nei confronti di Younes El Yassire, il 36enne marocchino accusato di aver ucciso la madre Fatna Moukhrif, 54 anni, il 23 settembre del 2021 nella loro abitazione di via Panfilo Nuvolone al quartiere Cambonino.
L’imputato, ex muratore con problemi psichiatrici, aveva un rapporto molto difficile con la vittima, alla quale avrebbe chiesto in continuazione del denaro, mentre lei lo avrebbe accusato di sperperare la sua pensione di invalidità. Sarebbe questa una delle motivazioni portanti della lite scoppiata tra i due, che quella mattina di settembre erano da soli in casa, e degenerata con le botte e con le coltellate. Tre i coltelli sporchi di sangue trovati nell’abitazione: due in camera da letto e uno in cucina sul lavandino.
La donna era stata trovata senza vita stesa a letto, il volto tumefatto, indice di una violenta colluttazione, sul volto e sul collo segni di diverse coltellate. Sangue sul muro e sul letto. Questa la scena che si era trovato davanti il marito M’hammed El Yassire, ambulante al mercato di San Daniele Po, appena rientrato dal lavoro nella sua casa di via Panfilo Nuvolone 4. A dare l’allarme, intorno alle 13, erano stati alcuni vicini di casa che avevano sentito le urla disperate dell’uomo.
Di Younes nessuna traccia. La sua fuga era durata fino alle 20,30, quando la polizia lo aveva trovato mentre vagava a piedi per le vie di Cremona in stato confusionale. Era vestito nello stesso modo in cui era stato visto dai vicini durante la mattinata: giubbotto bianco e pantaloni. Sugli indumenti, tracce di sangue. Sul corpo, ferite ed escoriazioni: il polso e le nocche gonfi e tumefatti.
Dal giugno del 2021, quindi tre mesi prima di commettere il delitto, Younes, da quanto raccontato dalle cognate, non avrebbe più preso i farmaci che gli erano stati prescritti per la depressione che lo aveva colpito nel 2018, quando sua moglie lo aveva lasciato tornando in Marocco con il loro figlioletto, all’epoca di quattro anni. Rimasto solo, il 36enne era tornato a vivere con i genitori. I sentimenti verso la madre, però, erano di rancore e di rabbia. Nell’ultimo periodo tra Younes e Fatna ci sarebbero state diverse liti e da parte del 36enne atteggiamenti aggressivi, tanto che in famiglia erano raro che li lasciassero soli. La donna, infatti, aiutava sempre il marito al banco del mercato, ma non quella mattina, perchè si sentiva stanca.
“Sono posseduto”, aveva confidato il marocchino al suo avvocato, attribuendo questa condizione all’abbandono della moglie, ma anche alla morte del fratello Amine, deceduto nel 2016 dopo essere precipitato da una finestra dello stesso appartamento del quartiere Cambonino.
Sara Pizzorni