Furioso pestaggio alle Tranvie
Scacco alla baby gang, 8 arresti
Il giudice: "Assenza in capo a tutti, di freni
inibitori e di disprezzo per la vita umana"
Scacco matto alla baby gang: con le accuse di rapina aggravata in concorso e lesioni aggravate in concorso, gli agenti della squadra Mobile di Cremona guidati dal dirigente Marco Masia hanno dato esecuzione a 8 misure cautelari disposte dal tribunale di Cremona e dal tribunale per i minorenni di Brescia. 6 ragazzi, di cui 5 minori tra i 16 e i 17 anni, sono finiti in carcere, mentre per due maggiorenni di 18 e 19 anni sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Le indagini sono partite in seguito ad una violenta aggressione scoppiata in Piazza delle Tranvie a Cremona. 11 i giovani identificati e denunciati per quell’episodio avvenuto poco dopo le 14 del 13 ottobre scorso. In quell’occasione, il personale delle Volanti e della Mobile era intervenuto dopo la segnalazione di un pestaggio ad opera di un gruppo di ragazzi di origine nordafricana nei confronti di due giovani indiani. Gli assalitori, per motivi legati al predominio territoriale, armati di tubi di ferro e manganelli, avevano brutalmente aggredito due coetanei, ripetutamente colpiti anche a calci e pugni, nonostante fossero già caduti a terra e incapaci di difendersi. Ad una delle due vittime era stato rubato il cellulare. Per entrambi erano state necessarie cure mediche. Uno dei due aveva riportato le ferite più gravi, giudicate guaribili in 30 giorni. Tanta è stata la ferocia dell’assalto, che uno dei ragazzi indiani aveva ancora stampato sul volto il segno della suola di una scarpa. Complessa e articolata l’attività d’indagine portata avanti dagli investigatori, che hanno sentito le testimonianze di numerosi giovani ed effettuato una meticolosa analisi delle immagini del sistema di videosorveglianza.
Tutti questi elementi, compresa una profonda conoscenza del territorio, frutto di innumerevoli servizi di appostamento e di prevenzione effettuati quotidianamente dal personale della Questura di Cremona, hanno permesso di arrivare all’identificazione di una cerchia di giovani frequentatori della zona della stazione in orari compatibili con il deflusso scolastico.
I riconoscimenti fotografici hanno concluso il cerchio e portato alla denuncia di 11 ragazzi. L’operazione della polizia è stata chiamata “Tiranga”, dal nome della bandiera indiana. Il lavoro degli investigatori si è concentrato anche sui social, dove gli arrestati comunicavano. “Missione fallita, oggi non ci siamo”, avevano scritto, sicuri di averla passata liscia con la polizia. “Sanno che sono stato io, ma non sanno come”, è il testo di un altro messaggio riferito alle indagini.
E poi il post su Instagram della bandiera indiana con il simbolo di un divieto che stava a significare che nel loro territorio gli indiani non dovevano passare. Speravano di farla franca perchè minorenni, e invece sono finiti in arresto. Su disposizione delle procure competenti, alle prime ore del 2 dicembre è stata completata l’esecuzione delle misure cautelari nei confronti di 8 indagati, con 6 custodie cautelari in carcere e 2 agli arresti domiciliari. I 5 minorenni (tutti, a parte uno, hanno precedenti di polizia per reati contro la persona e il patrimonio) sono stati accompagnati nel carcere Beccaria di Milano, mentre il sesto, maggiorenne, è rinchiuso nel penitenziario di Cremona.
“Sussistono certamente le esigenze cautelari”, scrive il giudice nell’ordinanza, “in ragione della gravità degli agiti e delle modalità dell’azione, indicative dell’assenza in capo a tutti loro di freni inibitori e di disprezzo per la vita umana. Il reato, difatti, è frutto dell’azione coordinata di un numeroso gruppo di giovani, tra i quali i cinque indagati che hanno organizzato in pieno giorno una spedizione punitiva senza alcuna motivazione, utilizzando strumenti atti ad offendere e idonei a cagionare lesioni gravissime”.
Sara Pizzorni