Inquinamento: a Cremona i dati
peggiori per qualità dell’aria
Almeno 311 mila le persone morte prematuramente nel 2020 a causa dell’inquinamento atmosferico nell’Unione Europea. Solo l’Italia registra 52.300 morti premature, la qualità dell’aria è scarsa in molte aree d’Europa, in particolare la Pianura Padana, considerata la peggiore. Per la Lombardia, è Cremona quella che riporta il tasso più elevato in regione, tra 150 e 200 morti premature per Pm2,5, spesso chiamato semplicemente «particolato fine», ogni 100mila abitanti.
I dati sono pubblicati nel report annuale dell’Agenzia Europea per l’Ambiente sulla qualità dell’aria in Europa. Dati che sono sì in miglioramento, ma che comunque continuano a preoccupare. Al punto da spingere l’ente europeo a definire l’inquinamento atmosferico come “il più grande rischio ambientale per la salute in Europa”.
Dati pessimi, dunque, quelli registrati da Cremona, mentre tutte le altre province lombarde si collocano tra i 100 e i 150 morti prematuri. Il quadro regionale è peggiorativo rispetto al 2019, quando Sondrio, Lecco, Como e Varese erano tra i 50 e i 100 morti prematuri e nessuna provincia aveva tassi tra i 150 e i 200.
A determinare la quota più consistente di emissioni di particolato sono i sistemi di riscaldamento degli edifici residenziali, commerciali e istituzionali. Nel 2020 questo settore è stato responsabile del 44% delle emissioni di PM10 e del 58% di quelle di PM2.5. L’agricoltura, invece, ha generato il 94% delle emissioni europee di ammoniaca e il 56% delle emissioni di metano, dovute principalmente al processo digestivo di alcuni animali. Per quanto riguarda gli ossidi di azoto, le fonti principali di inquinamento sono state il trasporto su strada (37%), l’agricoltura (19%) e l’industria (15%). Infine, le emissioni di metalli pesanti – come nichel e arsenico – si deve soprattutto all’attività delle industrie estrattive e manifatturiere.
Nonostante i numeri siano ancora molto elevati, i dati relativi alle morti premature da inquinamento atmosferico sono in costante calo da circa due decenni. Dal 2005 al 2020 il numero di decessi precoci dovuti all’esposizione da PM2.5 è diminuito del 45%. Negli ultimi mesi, l’Unione Europea ha adottato il «Piano d’azione per l’inquinamento zero», che fissa l’obiettivo di ridurre ulteriormente le morti premature, fino a raggiungere nel 2030 un calo del 55% rispetto ai livelli del 2005.
S.P.