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Torture a un detenuto, arrestati agenti penitenziari Reggio Calabria

(Adnkronos) – Avrebbero fatto spogliare un detenuto lasciandolo seminudo per due ore in una cella per poi colpirlo ripetutamente con i manganelli in dotazione e con pugni. E’ quanto emerge dall’ordinanza di applicazione di misure cautelari eseguita dalla polizia, su delega della Procura di Reggio Calabria, a carico di 8 appartenenti alla Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale “G. Panzera” di Reggio Calabria a cui vengono contestati i reati di tortura e lesioni personali aggravate.  

Secondo la ricostruzione operata allo stato degli atti, per coprire tali condotte, ed evitare conseguenze per una eventuale denuncia da parte del detenuto, il Comandante del Reparto avrebbe poi redatto una serie di atti (relazione di servizio, comunicazione di notizie di reato ed informative al Direttore del carcere), in relazione ai quali gli vengono contestati i delitti di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico, di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico per induzione, di omissione d’atti d’ufficio e di calunnia. Nei giorni successivi, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, lo stesso ufficiale avrebbe tentato di costringere, illegittimamente, un suo sottoposto a mostrargli delle relazioni di servizio relative alla sorveglianza dello stesso detenuto, e per tale motivo è stata formulata a suo carico anche l’ipotesi di tentata concussione.  

Le indagini, affidate dalla Procura di Reggio Calabria alla Squadra Mobile, sono state avviate dopo la denuncia sporta dai familiari di alcuni detenuti, tutti di origine campana, a cui le persone recluse, nel corso di colloqui telefonici, avevano riferito di essere stati malmenati all’interno del carcere. I successivi approfondimenti investigativi, anche attraverso l’escussione dei reclusi da parte del pm titolare delle indagini, hanno permesso già in una prima fase di circoscrivere ad un solo detenuto le condotte violente, così come poi confermato dalla visione e analisi delle telecamere interne dell’istituto di pena.  

“Va segnalato – evidenzia la Questura di Reggio Calabria in una nota – che le gravi condotte contestate sono ascrivibili alla responsabilità personale solo di alcuni appartenenti alla Polizia Penitenziaria, che presta servizio all’interno della struttura penitenziaria in questione con abnegazione, sacrificio e senso del dovere, e con pieno rispetto dei diritti e della dignità dei detenuti ivi ristretti”.  

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