Cronaca

Incarichi Csm, assolti i due
magistrati Bersani e Preioni

Nella foto, da sinistra Bersani e Preioni

Il gup del tribunale di Roma ha assolto, “perchè il fatto non sussiste”, il magistrato Giuseppe Bersani, ex presidente di sezione penale dei tribunali di Cremona e Piacenza, processato con il rito abbreviato, e prosciolto in udienza preliminare l’ex presidente del tribunale di Lodi ed ex giudice civile a Cremona, Tito Preioni, e l’avvocato fallimentarista Virgilio Sallorenzo. Quest’ultimo, su suggerimento di Bersani, amico di Preioni che ambiva ad ottenere il posto di presidente del tribunale di Cremona, poi assegnato ad Anna di Martino, il 15 febbraio del 2018 aveva organizzato una trasferta a Roma, con viaggio, cena e pernottamento, per far incontrare i due magistrati con la consigliera laica del Csm Paola Balducci. Per l’accusa, tentativi di condizionare le procedure di nomina dei capi degli uffici giudiziari in favore dell’elezione di Preioni, movimenti che sarebbero stati effettuati fuori dalle procedure ufficiali.

Dalla lettura degli atti, però, per il gup di Roma, “emerge la prova della totale assenza di un accordo corruttivo: l’utilità dell’organizzazione dell’incontro appare veramente di poco momento e certamente non proporzionalmente corrispettiva al compimento dell’atto contrario ai doveri d’ufficio. Il pagamento delle spese dei biglietti, della cena e dell’albergo, non possono assolutamente essere messi in relazione con un preventivo accordo, atteso che, come emerso da una conversazione telefonica, Preioni inizialmente contava di andare a dormire dal fratello e di arrivare autonomamente a Roma”. “La vicenda”, scrive il giudice nella motivazione, “deve essere inquadrata nell’ambito della deprecabile prassi di spartizione correntizia degli incarichi direttivi della magistratura e dell’altrettanto deprecabile tentativo di molti magistrati di accreditarsi presso i membri del Csm per perorare la propria causa, ma nulla ha a che vedere con la corruzione”.

Il ruolo di Bersani, infine, “appare ancora meno significativo e più sfumato, in primo luogo perchè non si comprende quale fosse l’utilità che a lui derivava dall’organizzazione dell’incontro romano, e, sotto altro profilo perchè manca del tutto la prova del fatto che Bersani fosse a conoscenza, nell’ottica dell’accusa, che Preioni avrebbe fatto cattivo uso del potere discrezionale, conferendo incarichi non dovuti a Sallorenzo”.

Sara Pizzorni

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