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Festival della Mostarda,
successo per l'edizione 8.0

Appassionati gourmet, curiosi, turisti, in migliaia dal 15 ottobre al 30 novembre 2022 stanno popolando Cremona e provincia per gustare l’eccellenza gastronomica lombarda protagonista del Festival della Mostarda 8.0.

La mostarda si fa strada nel mondo, in virtù di chi l’apprezza e ne scrive, in un viaggio culinario lungo “Itinerari di Mostarda” – tema dell’ottava edizione del festival – per informare, unire ed educare attraverso il parallelismo tra l’origine storica e l’attuale produzione, al fine di apportare un contributo scientifico, culturale, sociale e informativo, a vantaggio dello sviluppo del territorio e del livello di produzione artigianale di questo cibo.

153 eventi, 31 imprese coinvolte, 41 ricette proposte, 10 produttori di mostarda (di cui uno anche rivenditore), nove rivenditori, 10 ristoranti (di cui due rivenditori), hanno accompagnato il pubblico di visitatori in un percorso degustativo, turistico e culturale alla scoperta del territorio cremonese, per apprezzare un prodotto tipico della tradizione, valorizzato in un’interpretazione nuova e dinamica di piatti persino inaspettate.

Il Festival della Mostarda 2022, in versione digitale e diffusa sul sito ufficiale dell’evento e sugli account social della manifestazione, ha offerto un ricco palinsesto di eventi, iniziative e opportunità. Tra queste la collaborazione social con gli chef Riccardo Carnevali e Marco Vassena e con le quattro food blogger Idee per la pentola, Tday food, Cake_0 e Annalisa Andreini, per scoprire ricette e nuovi modi di interpretare questa prelibatezza gastronomica. La mostarda è anche cultura, tradizione, radici. Importante anche lo sguardo riservato al mondo dell’istruzione con il coinvolgimento di tre istituzioni scolastiche – Istituto Einaudi di Cremona, Istituto Munari di Crema e Scuola Casearia di Pandino – punti di riferimento per la formazione dei professionisti del settore creativo, turistico, alberghiero e agroalimentare.

A beneficio per le imprese della filiera turistico ricettiva, che in provincia di Cremona impiega oltre 9.000 addetti, la mostarda che, come il torrone, è da sempre uno dei prodotti simbolo del territorio, in grado di identificare la città grazie alle tradizioni e alla storia a essa legate, ha una incisiva rilevanza economica. Per le numerose attività, industriali e artigianali, che danno vita a un prodotto di eccellenza identitario della tradizione culturale e gastronomica cremonese, funge da traino per il turismo, il commercio e la ristorazione locale, oltre ad offrire una prestigiosa e variopinta vetrina internazionale.

La Mostarda di Cremona nella storia e nella letteratura gastronomica – L’origine della mostarda ha radici che affondano nel Medioevo quando gli speziali usavano conservare la frutta nel mosto cotto, con l’aggiunta di farina di senape per impedirne il deterioramento. Con l’introduzione dei nuovi metodi di conservazione, il mosto cotto è stato sostituito con lo sciroppo di zucchero e la farina di senape ha lasciato il posto all’essenza di senape che ne offre la particolare e distintiva nota piccante.

A partire dalla fine del Cinquecento la mostarda cominciò a consolidarsi un prodotto tipicizzato, le cui tecniche di produzione, pur con modifiche e affinamenti, la collegano a quella odierna ufficialmente compresa dalla Regione Lombardia fra le specialità agroalimentari cremonesi con l’appellativo di PAT – Prodotti Agroalimentari Tradizionali Lombardi. Ed è proprio nel Cinquecento, che la mostarda è tra le specialità gastronomiche periodicamente donate dai rappresentanti cittadini alle autorità spagnole e al Senato di Milano in occasione delle festività natalizie, un dono che aveva lo scopo di favorire le relazioni e di diffondere la conoscenza dei prodotti locali.

Le radici del pregio storico della Mostarda di Cremona, si ritrovano in alcuni scritti, primo fra tutti quello del 1604 di Lancelot de Casteau, un cuoco a servizio del Principe Vescovo di Liegi, marchese di Berghes che ne consiglia l’abbinamento agli arrosti, al tonno al burro (cos’è? Una preparazione tipico del tempo? Se non è chiaro la laverei che non mi sembra verosimile) e al pescecane bollito in quella che è riconosciuta come la prima ricetta stampata della Mostarda; altro testo esemplare è quello firmato da Francesco Cherubini che nel suo vocabolario Milanese-Italiano del 1814 che, a proposito della produzione tipica di Cremona scrive che “La confezione che si fabbrica a Cremona, secondo il metodo dei Cremonesi… noi abbiamo per la più squisita”.

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