Cultura

Al Triangolo le performance
di Falco e Martinotti

Doppio appuntamento alla galleria Il Triangolo, che domenica 20 e domenica 27 novembre ospiterà le performance di Clarissa Falco e Jacopo Martinotti, due giovani artisti non ancora trentenni, la cui ricerca passa (anche) attraverso l’azione performativa: volta alla riflessione su un possibile futuro robotizzato quella di Falco, mentre quella di Martinotti indaga un passato storico carico di fragile memoria.

Si comincia domenica 20 novembre (dalle 18 alle 19) con Clarissa Falco, artista che concentra il proprio lavoro sul corpo, ponendolo in un constante dialogo con elementi e movimenti meccanici e che qui presenta dal vivo la performance Iron Swan.

In Iron Swan, Falco ricopre il ruolo di un robot dalle sembianze umane che si muove dentro una proiezione di macchine automatizzate dell’industria meccanica e siderurgica. Le immagini proiettate delle macchine industriali accolgono, inglobandolo nel loro spazio fisico e metaforico, il robot/performer: un’entità che, con la sua gestualità automatica, provoca una sensazione al confine tra empatia e turbamento, stimolando una riflessione sul ruolo del corpo e dell’identità umana nell’era dell’Intelligenza Artificiale.

Ad ispirare la creazione artistica della Falco è la teoria del The Uncanny Valley (la Valle dello Sconcerto) sviluppata dal giapponese Masahiro Mori, pioniere della robotica secondo il quale la nostra empatia verso i robot aumenta quando da bracci meccanici diventano giocattoli e poi prendono fattezze umane; quando però cominciano ad assomigliarci troppo, ci sconcertano e ci spaventano. Cosa accadrebbe se le differenze fisiche tra umani e robot fossero impercettibili? Come reagiremmo di fronte a questo (nuovo) tipo di corporeità? L’atto performativo ‘dentro’ alla proiezione e l’audio creato ad hoc che lo accompagna offriranno allo spettatore un’esperienza immersiva, di forte impatto emotivo e intellettivo, dove reale e artificiale sembrano dialogare senza soluzione di continuità. In Iron Swan l’invenzione artistica coesiste col paesaggio documentaristico dell’industria italiana, in una perfetta convergenza tra la sfera umanistica e quella tecnologica.

Domenica 27 novembre (dalle 18 alle 19) è invece la volta di Jacopo Martinotti, la cui ricerca ha come oggetto principale la Storia, intesa come materia plasmabile, sempre attualizzabile attraverso l’azione del corpo che diviene ‘luogo’ tangibile di confronto con la memoria e la sua fragilità.

Già protagonista a Cremona nel 2019 con The End, installazione sul fiume Po, Martinotti presenta alla galleria Il Triangolo Encyclopédie de l’Architecture Nouvelle, una videoinstallazione che prende il titolo da un libro del 1942 su una delle correnti architettoniche più influenti del Novecento, il Razionalismo. Le pagine del volume, fotografate dall’artista e restituite in pellicola cinematografica, scorrono tra due mani di cui si vede solo l’ombra. Orizzonti in movimento, frammenti di spazi e luoghi, architetture vuote come scenografie possibili di un tempo irrisolto fluiscono rendendo tangibile alla vista il carattere fragile ed effimero che ogni memoria storica custodisce. Frame fotografici come fregi pronti a svanire si rivelano così materia architettonica plasmabile: edifici e monumenti storici transitano attraverso l’azione performativa ripetuta di mani spettrali che ne divengono lo strumento di proiezione.

Le gestualità sospese che connotano le performance di Martinotti sono il tentativo di una trascrizione del passato nel presente, subito destinata però alla scomparsa, a testimonianza della natura fugace che ogni volontà di ricordo e rappresentazione storica custodisce. La dimensione corporea e performativa diviene perciò manifesto di un dimenticato, di un mutismo della memoria.

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